(AGENPARL) – Perugia, 01 ott – Il consigliere regionale Oliviero Dottorini punta il dito sull’Esecutivo di Palazzo Donini per “l’inaccettabile” ritardo relativo all’emanazione del regolamento attuativo della legge che affida le terre e i beni inutilizzati ai giovani agricoltori, ai disoccupati e ai soggetti svantaggiati. Dottorini, primo firmatario dell’iniziativa legislativa, nel rilevare come in altre Regioni, “partite più tardi rispetto all’Umbria, si sia già provveduto all’assegnazione dei terreni, mentre qui stiamo ancora fermi al palo e con una proposta incompleta e in parte da rivedere”, invita la Giunta ad “agire coerentemente e con la massima celerità”.  “E’ inaccettabile il fatto che a quasi sei mesi dall’approvazione della legge che affida le terre e i beni inutilizzati ai giovani agricoltori, ai disoccupati e ai soggetti svantaggiati non sia ancora operativo il regolamento attuativo. Le richieste di poter accedere alla terra aumentano di giorno in giorno. In un momento di grave crisi economica come quello che stiamo attraversando, non si riesce a capire come si possa tergiversare nel dare le gambe ad una legge che potrebbe essere un importante strumento a favore dell’occupazione e dello sviluppo del settore agricolo”. Lo scrive il consigliere regionale Oliviero Dottorini (Idv), primo firmatario della legge concernente le ‘Disposizioni per favorire l’accesso dei giovani all’agricoltura e contenere il consumo di suoli agricoli’ emanato il 5 Aprile scorso, torna a denunciare la mancata emanazione del regolamento attuativo. “La legge – prosegue Dottorini – parlava di novanta giorni per l’emanazione del regolamento, stiamo superando il doppio del tempo a disposizione e ancora non c’è traccia di questo atto indispensabile per rendere operativo il provvedimento. La Giunta regionale – aggiunge – ha preadottato l’atto a fine luglio e da quel momento se ne sono perse le tracce, nonostante le rassicurazioni sui tempi di attuazione. La proposta di regolamento andrebbe inoltre discussa e condivisa, dal momento che vi sono dei punti da chiarire e da rivedere. Resta per esempio da definire il rapporto fra il Piano patrimoniale di prossima approvazione e il Banco della Terra, per evitare che i due inventari si sovrappongano. Inoltre – continua Dottorini – devono essere consentiti gli strumenti di trasparenza e partecipazione, come previsto dal testo di legge, e chiarite meglio le modalità per acquisire la qualifica di agricoltore in caso di domanda per assegnazione dei beni agricoli. Sembrano poi eccessivi i sei mesi di tempo concessi ai Comuni per fare il censimento dei beni di loro proprietà e c’è ancora da lavorare per definire i criteri di premialità in maniera adeguata”. Secondo Dottorini “va evitato in tutti i modi che si aprano delle sacche di discrezionalità o che la legge si perda nei meandri burocratici degli apparati delle diverse amministrazioni. A quanto ci risulta l’atto è fermo al Cal da fine luglio e, pur essendo scaduti abbondantemente i tempi per rendere il parere, la Regione resta in attesa senza battere ciglio. Questa legge – commenta – ha su di sé grandi aspettative da parte di numerosi cittadini che continuano ad attendere l’emanazione dei primi bandi per l’assegnazione dei terreni. Quella sulla terra ai giovani agricoltori – spiega il primo firmatario Dottorini – è una legge all’avanguardia a livello nazionale, che valorizza le risorse abbandonate e contribuisce a garantire occupazione alle fasce più deboli del nostro tessuto sociale. Riteniamo molto grave che si continui ad accumulare ritardo su un provvedimento che è nato con l’obiettivo  di incrociare l’esigenza di  salvaguardia e recupero dei numerosi terreni e immobili agricoli, sia pubblici che privati, che attualmente non sono utilizzati o abbandonati, con quella di offrire opportunità lavorative e imprenditoriali al grande numero di giovani agricoltori che incontrano difficoltà spesso insormontabili nell’avviare la propria attività”. Per Dottorini “è inaccettabile il fatto che in Regioni come il Lazio, partite più tardi rispetto all’Umbria, si sia già provveduto all’assegnazione dei terreni, mentre qui stiamo ancora fermi al palo e con una proposta incompleta e in parte da rivedere. È necessario agire coerentemente e con la massima celerità – conclude Dottorini – se vogliamo valorizzare il patrimonio pubblico e allo stesso tempo rilanciare un settore, quello agricolo, di vitale importanza per la nostra economia, ma anche per la tutela del nostro paesaggio”.


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