Riceviamo e pubblichiamo:

Giustizia è fatta, assolto Lucio Pavone dall’accusa di diffamazione nei confronti dell’ex dirigente del Comune di Gaeta Antonio Buttaro perche il fatto non costituisce reato.

Si conclude positivamente una vicenda giudiziaria che si è trascinata negli anni, i fatti risalgono a settembre del 2004 quando Lucio Pavone nell’ambito dell’esercizio delle proprie funzioni esprimeva rilievi e critiche in merito all’operato dell’allora dirigente del V settore Antonio Buttaro.

Successivamente Buttaro denunciava Pavone per diffamazione, in particolare per essere stato paragonato dallo stesso ad Azzeccarbugli di Manzoniana memoria.

A causa di un’erronea indicazione delle generalità a Pavone non venne mai notificato il decreto di citazione e tutti gli atti consequenziali fino ad arrivare ad essere condannato in 1° grado contumacie.

Una volta venuto casualmente a conoscenza del procedimento e della condanna a proprio carico, Pavone ha proposto appello, avvalendosi della professionalità dell’avvocato Macari, così da riuscire ad ottenere l’annullamento della precedente sentenza per palesi vizi procedurali con la trasmissione degli atti nuovamente al Giudice di primo grado.

In tale sede Pavone regolarmente convocato ha potuto difendersi e dimostrare la sua innocenza sancita con sentenza del giudice Palange che ha assolto l’imputato perché il fatto non costituisce reato. Come chiarito dal Giudice nelle motivazioni il fatto non costituisce reato in quanto:

“La critica politica consente l’utilizzo di espressioni forti ed anche suggestive al fine di rendere efficace il discorso e richiamare l’attenzione di chi ascolta.”, “…le espressioni pronunciate dall’imputato ancorchè potenzialmente lesive dell’altrui onorabilità, rispettano i limiti, riconosciuti dalla costante giurisprudenza, della continenza e della rilevanza sociale dell’argomento trattato.” “L’imputato si è invero limitato a denunciare le modalità con cui venivano adottati provvedimenti amministrativi, la confusione a cui davano luogo per l’assenza di riferimenti normativi e la differenza di contenuti rispetto ad analoghi atti di altre amministrazioni pubbliche.” “Con il termine azzeccagarbugli invece ha inteso richiamare un comportamento ed una prassi politica ed amministrativa da stigmatizzare, un comportamento ritenuto superficiale ed di scarso rispetto nei confronti del consiglio comunale. Un termine che quindi sinteticamente ed efficacemente consente di esprimere una valutazione complessiva sull’operato di un pubblico funzionario ed il giudizio negativo che sottende è facilmente comprensibile anche per i comuni cittadini.”

Lucio Pavone esprime piena soddisfazione per l’esito della vicenda giudiziaria:

“Ho avuto da subito piena fiducia nella giustizia anche se per qualche errore materiale la vicenda si era fortemente ingarbugliata, quando mi è stata data la possibilità di difendermi ho potuto dimostrare la mia assoluta innocenza e buona fede, del resto il diritto di critica e di libera manifestazione del pensiero è tutelato dall’articolo 21 della Costituzione ed il sottoscritto mai nei numerosissimi interventi in consiglio comunale è trasceso in offese personale, oltretutto alla luce degli eventi successivi sono stato facile profeta. Ora potrei intentare causa civile nei confronti di Buttaro per danni all’immagine ma no penso di abbassarmi a tanto, per me era una questione politica e tale rimane le aule giudiziarie le lascio ad altri anche se il soggetto in causa lo meriterebbe.”

 

 

 

 

 

Lucio Pavone


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