Venerdì 16, presso la sala convegno dell’Istituto Nautico Caboto di Gaeta, si è tenuto il V Congresso regionale dell’AIF Lazio per la Scuola ( l’Associazione dei formatori italiani che si occupa della formazione della Scuola e per la Scuola). Molte le persone chiamate al tavolo dei congressisti e molti docenti e giovani nella sala.L’appuntamento è di quelli storici.

Esso è stato infatti realizzato assieme alle Associazioni dei Comuni sorte in provincia di Latina (SER.A.L.), di Frosinone (SER.A.F.) e di Rieti (SER.A.R.) e all’Istituto di Ricerca sulla Formazione Intervento di Roma. E’ stato organizzato dopo un anno di ricerca che le Associazioni hanno condotto assieme a Impresa Insieme sul tema della legalità e della sicurezza sui relativi territori ed in particolare su alcune delle cause indirette ad esse attribuibili che nascono dal disagio dei giovani.

 Un anno dunque di ricerca con la somministrazione di un questionario di rilevazione che hanno coinvolto 2.600 giovani e 800 adulti e numerosi confronti con diversi testimoni importanti: Amministratori, Scuole, Forze di Polizia, Associazioni religiose, culturali e sportive, giovani e anziani, condotti in diversi luoghi, nella Sabina, nell’alto e basso frusinate, nel sud pontino. La ricerca ha coinvolto in particolare i docenti e gli studenti di 15 istituti scolastici superiori e i docenti di 13 istituti comprensivi.

 Il risultato porta ad alcune conclusioni che si racchiudono in poche ma significative indicazioni, che Maria Mancini di Impresa Insieme ha rappresentato con un numero di dati puntuali ed efficaci.

 La ricerca mostra che i giovani risentono delle negatività e delle incertezze che avvertono gli adulti. La mancanza di prospettive di lavoro e la sfiducia nelle istituzioni, la sottovalutazione delle potenzialità di sviluppo dei propri territori e lo scarso tempo che gli adulti riserbano ai giovani comportano alcune conseguenze negative. Infatti i giovani hanno timore e non sanno intravedere né progettare il loro futuro e si riparano nella famiglia e si confidano con gli amici, disdegnando le istituzioni e i loro rappresentanti, vivendo il presente e sperando di poter trovare alternative altrove, lontano dalla propria terra e rifugiandosi qualche volta nell’alcol, nella droga e assumendo a volte comportamenti aggressivi contro gli altri (bullismo o danneggiamenti a strutture pubbliche) o contro se stessi (assenteismo) per richiamare e avere attenzione.

 Un bisogno allarmante che in parte giustifica i comportamenti più illegali è quello del denaro, la ricerca mostra che il 40% pensa che i reati dei giovani attengono a questa motivazione e che ciò serva a pagarsi le spese correnti, ma anche spese indotte dalla cultura dei consumi che i media alimenta.

 Mancano maestri e mancano testimoni di vita che sappiano godere della fiducia dei giovani in grado di aiutarli a trovare una strada per la loro vita e il loro futuro professionale. Non per altro la figura che riscuote un certo successo è l’allenatore sportivo, proprio perché si prende cura direttamente di ogni allievo e lo aiuta nello sport, ma lavorando anche sul rispetto delle regole di vita.

 Molte delle conclusioni a cui è arrivata la ricerca vengono confermate dalla ricerca ISFOL effettuata a livello nazionale e rappresentata da Daniela Pavoncella, intervenuta al convegno in rappresentanza della presidenza dell’AIF Lazio.

Proprio per questo gli amministratori delle Associazioni del Lazio hanno voluto riunirsi con coloro che si occupano di formazione e di educazione. Il sindaco di Gaeta, Anthony Raimondi ha sottolineato che è un compito della “polis” e quindi una responsabilità di chi governa per conto del popolo la “res pubblica”. Il vicesindaco di S.S. Cosma e Damiano e presidente della sezione EE.LL. – Scuola di SER.A.L. , Vincenzo Petruccelli ha rappresentato il discreto cammino già fatto per raccordare il lavoro delle amministrazioni locali dell’Associazione con le Scuole e i progetti già realizzati e in corso, ma anche auspicato un allargamento dell’iniziativa ad altre organizzazioni che si occupano comunque di educazione e di formazione.

Le relazioni sono state coraggiose, perché tutti gli invitati alla tavola rotonda hanno rappresentato tutti gli sforzi che giornalmente fanno nei riguardi dei giovani che frequentano le proprie organizzazioni, ma hanno anche dichiarato la necessità di guardare fuori dalla propria comunità specifica e occuparsi della collettività nella sua interezza collaborando più strettamente con le altre.

Così, le organizzazioni sportive, rappresentate alla tavola rotonda, da Silvio Diamante della Polisportiva Salesiana Don Bosco di Gaeta, le organizzazioni religiose rappresentate dalla Caritas (era presente don Mariano Parisella coordinatore regionale della Caritas) e dall’Azione Cattolica (la prof.ssa Maria Graziano vicepresidente nazionale), hanno convenuto di operare più sinergicamente con le Scuole e con le Amministrazioni locali sul tema dell’educazione e della formazione.

Una opportunità concreta di collaborazione è stata proposta dal coordinatore della tavola rotonda Renato Di Gregorio, presidente dell’Istituto di Ricerca sulla Formazione Intervento e membro dell’AIF Scuola Nazionale. Egli ha fatto il punto sulla situazione dei laboratori di marketing realizzati nei comuni delle tre Associazioni e aperti ai giovani per dare loro l’opportunità di conoscere meglio il proprio territorio, ritrovarsi in luoghi non banali e di sviluppare un orientamento assistito da figure di coach specializzate.

 I giovani presenti in sala e provenienti dai laboratori della Sabina (Sabinamark), del Cassinate (Labomark), dall’area degli Aurunci (Auruncimark), dall’area del Piglio (Montimark), dalla stessa Gaeta (Gaetamark) e dai precursori di questo modello (Retemark1) del Sud Pontino, sono intervenuti per testimoniare il loro cammino formativo e la loro disponibilità ad raccogliere il testimone e farsi “maestri” di altri giovani che vorranno seguire la loro strada e frequentare i laboratori costituiti e aiutare a realizzarne degli altri.

 L’obbiettivo condiviso è stato dunque quello di sviluppare una nuova collaborazione che consenta ai giovani dei territori di formare lo spirito e il corpo nelle associazioni, ma anche di integrarsi con i giovani del laboratori di marketing territoriale e lavorare assieme sulle necessità di valorizzazione del proprio territorio e le sue opportunità di sviluppo per contribuire a creare il futuro per sè e per la comunità a cui appartengono.

Ciò è stato apprezzato e condiviso dagli altri due rappresentanti alla tavola rotonda: Salvatore D’Incertopadre della CGIL e Cristiano Tatarelli vicequestore di Latina, seppure per motivi diversi. Il primo ha considerato che tale prospettiva avvicina i giovani al lavoro, ma, in più, fornisce ai giovani la responsabilità di costruirsi con le proprie mani il futuro lavorativo. Il secondo ha valutato che questo impegno nuovo dei giovani riduce il rischio di offuscamento dei valori della socialità e aumenta il controllo diffuso del territorio, che, perché sia pienamente valorizzato, richiede anche la pace sociale e la difesa nei riguardi della criminalità anche più minuta, ma ancora più pericolosa.

 Valorizzare il territorio e cercare di costruire in loco il proprio futuro non deve far pensare ad un restringimento degli orizzonti da parte sia degli adulti che dei giovani, perché oggi come oggi, bisogna pensare il globale ed agire in locale, ha ricordato la signora Sandra Pedagnia che è intervenuta al convegno in rappresentanza di un’associazione che promuove la “cittadinanza europea”.

Anche questa è una prospettiva da perseguire e già le Associazioni dei Comuni del Lazio hanno avviato una politica europeistica avviando la realizzazione di accordi di collaborazione “di sistema” tra territori. La Martina Lilli di Impresa Insieme ha infatti annunciato che a febbraio, con il progetto europeo “Citizenship” sono stati già presentati diciannove progetti di collaborazione con i Paesi dell’Europa per far dialogare i giovani dei Comuni associati con i giovani dei Comuni europei, sotto l’egida del Ministero degli Esteri italiano.


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