(AGENPARL) – Roma, 03 ott – “Forse da oggi si comincerà a percepire che cosa realmente accadrà il 21 ottobre, all’udienza finale del processo per il cosiddetto vilipendio del capo dello Stato. Presso il Tribunale Dreyfus, istituito da Arturo Diaconale, si terranno stamane due udienze speciali, al Tempio di Adriano in piazza di Pietra, la prima dedicata al caso Maro’, la seconda alla vicenda giudiziaria che mi vede incredibilmente imputato per Napolitano. Ogni giorno che racconto questa storia a qualcuno, incontro incredulità, non ci si crede; nel paese in cui i delinquenti stazionano fuori dal carcere, in cella può finire chi ha polemizzato col presidente della Repubblica definendolo indegno dopo essere stato appellato da lui allo stesso modo. E nonostante il chiarimento avvenuto tra entrambi.
E’ l’Italia, bellezza, ed è il motivo per cui, dalle sedici tappe di questa via Crucis che mi riguarda, ho deciso che se davvero per una polemica sui senatori a vita si viene condannati per lesa maestà, mi sarà impossibile in quel caso accettare benefici di legge da uno Stato di questo genere. Meglio la galera quando nel mondo la canaglia impera…
Da oggi qualche italiano in più saprà che per una parola polemica si può rischiare persino, oltre la reclusione, la decadenza dall’incarico istituzionale ricoperto e l’incandidabilita’ a vita, perché nel frattempo e’ arrivata la legge Severino a distruggere quel poco di diritto che era rimasto in questo nostro sventurato Paese. Dopo l'”udienza” di stamane,  magari ci sarà qualche voce in più a chiedere che qualcuno chiarisca se e’ reato o meno definire infame l’atteggiamento di Clemente Mastella, che all’epoca dei fatti, nel 2007, come ministro della giustizia, autorizzo’ l’indagine contro di me (già, in Italia un ministro può decidere di sbattere sotto inchiesta un avversario…). Qualche giorno fa egli ha sfrontatamente gridato in radio che quella decisione gli fu imposta. E per non rispondere alla domanda “imposta da chi?”, ieri mattina ha inventato che si tratto’ di “un atto dovuto”. Dovuto a chi?, visto che ogni giorno un grillino, un travaglino, un estremista qualsiasi spara a zero contro Napolitano e di questi “atti dovuti” non vi è traccia alcuna… E il Colle tace. Vergogna, signori del Palazzo, governanti a due pesi e due misure, ingiusti esponenti delle istituzioni della Repubblica: state facendo a pezzi ogni credibilità dei codici e delle giustizia. Pensavate di poter allestire un processo ad un imputato che sperava di farla franca con qualche beneficio di legge: no, trovate sulla vostra strada chi non ha paura della vostra codardia. Siete incapaci di ammettere un errore clamoroso e fate spallucce: non vi rendete conto che uno dopo l’altro tutti gli italiani vi chiederanno conto dell’ingiustizia che mantenete in piedi. Per amore di casta”. Lo scrive stamane il Segretario Nazionale de la Destra, Francesco Storace, sul sito del partito e sull’editoriale de il Giornale d’Italia.

 


Scopri di più da eu24news

Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.