ROMA – Oggi, martedì 17 settembre, durante la sessione plenaria del Parlamento europeo di Strasburgo si è svolto l’intervento del ex-Presidente del Consiglio Mario Draghi in merito al suo Rapporto sulla Competitività europea. Durante il suo discorso, ribadendo ciò che ha detto nel suo precedente intervento, Draghi ha posto l’accento su tre capisaldi del suo rapporto, aggiungendo che “chi si oppone al debito comune, si oppone agli obiettivi Ue“. Ha sottolineato, poi, che lo scenario alternativo rispetto al contenuto del suo Rapporto, vede un’Europa “meno prospera, meno equa, meno sicura” nel tempo e, dal punto di vista politico, “meno libera di scegliere” per se stessa.

Le reazioni sono state diverse: l’eurodeputato di Fratelli d’Italia (ECR) Nicola Procaccini ha evidenziato lo scarso tempismo di questi discorsi, criticando le politiche sulla transizione ecologica portate avanti dalla precedente Commissione UE come fallimentari. Tutto ciò, secondo Procaccini, a causa di una “stagione dominata dalle sinistre rosse e verdi”.  Conclude il suo intervento come “noi crediamo che serva  un’autolimitazione dell’attività legislativa e regolatoria europea. Oggi come ieri, noi crediamo nell’innovazione, nella neutralità tecnologica, nel libero mercato“.

Il M5S, invece, ha fin da subito attaccato l’ex-Presidente, rilasciando una nota in cui lamentavano l’assenza di Draghi durante il dibattito successivo al suo intervento. L’eurodeputato cinque stelle Pasquale Tridico (GUE/NGL) ha poi criticato il Rapporto, dichiarando che “il rapporto Draghi non è completo. Manca un’analisi del lavoro di oggi, della funzione dei sindacati, dei problemi della povertà e disuguaglianza scaturiti dal capitalismo finanziario, e della grande disparità tributaria che garantisce alle multinazionali vantaggi fiscali ed elusione.”

Di tutt’altro tipo sono state le dichiarazioni di Nicola Zingaretti, eurodeputato PD (S&D), per il quale “Il rapporto del Presidente Draghi ha avuto il coraggio di dire una scomoda verità: l’Europa non è più in grado di realizzare livelli di sviluppo e crescita tali da garantire ai cittadini pace, sicurezza, protezione sociale, lavoro e benessere”. La soluzione a tutto questo, secondo Zingaretti, sta “nell’aprire una stagione di rafforzamento dell’integrazione, della competitività, in primo luogo nei settori più innovativi della produzione”.


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