Sabato e domenica l’ultimo appuntamento della stagione del teatro d’attore promossa dal Bertolt Brecht.

 EDUARDO-1

Sabato 6 Aprile ore 20:30 – Domenica 7 Aprile ore 18:00

Teatro Remigio Paone

Via Sarinola, Formia (LT)

 

Ipab SS. Annunziata

Teatro Bertolt Brecht

 

 

Eduardo

Dalle commerdie di Eduardo De Filippo

Idea e regia di Gino Auriuso

 

Compagnia Artenova

Con Gino Auriuso,  Irma Ciaramella , Eduardo Ricciardelli ,Maria Teresa Pascale,  Manuel Fiorentini

 

scene e costumi

M. Francesca Serpe

 

 

Ingresso 10 Euro/in abbonamento

 

 

Un arrivo da cui partire: questo è il progetto “Eduardo” promosso dalla Compagnia Artenova di Roma in scena Sabato alle 20:30 e Domenica alle 18:00 al Teatro Remigio Paone per l’ultimo appuntamento della stagione Senza Sipario promossa dal Bertolt Brecht di Formia con il patrocinio dell’Ipab SS. Annunziata.

 

Non uno spettacolo ma un progetto: “Abbiamo voluto, col nostro percorso, individuare il punto di arrivo della messa in scena dei testi di Eduardo a oltre un secolo dalla sua nascita. Così fortemente imbevuta di umanità e di “teatro” novecenteschi, la drammaturgia di De Filippo è rimasta per lungo tempo “imbrigliata” negli ingranaggi dell’estetica edoardiana”, ha affermato il regista Gino Auriuso.

 

La capacità dell’autore-attore napoletano di individuare nel video un surplus comunicativo per il suo teatro, oltre che un mezzo per testimoniare il lavoro svolto, ha fatto sì che titoli come  “Questi fantasmi” o “Filumena Maturano” potessero superare la minaccia di un inesorabile invecchiamento, arrivando sino a noi così come l’autore l’aveva concepiti: per e sulla scena.

 

Eduardo De Filippo è dunque spaventosamente vicino a noi, sia cronologicamente che dal punto di vista mediatico. La sua voce immortale, la sua gestualità esasperata, sono elementi ancora vivi che affascinano e al tempo stesso “gravano” su chiunque si appresti a mettere in scena uno dei suoi drammi.

 

“Il nostro spettacolo – continua il regista – non vuol essere un’operazione iconoclastica, ma intende raccogliere l’eredità eduardiana offrendola a un teatro che si allontani dall’estetica che sino ad oggi l’ha quasi forzatamente contraddistinta. Gli elementi tipici di questo teatro della vita vengono dunque estratti e astratti: odori e sapori, elementi scenici (sedie, tavoli, mensole, grandi finestre), così come i costumi e le stesse parole di Eduardo, non scompaiono del tutto ma vengono inseriti in un contesto nuovo, fatto di corpi in movimento, di gesti simbolici e atmosfere rarefatte”.

 

E’ così che nell’ Eduardo della Compagnia Artenova prendono parte atmosfere rituali ispirate alla tradizione religiosa popolare, sorrette dal fascino della musica dal vivo.

 

 

  “Diciamo di solito che per l’ uomo la nascita è il punto di partenza e la maturità il punto d’arrivo. Io l’ ho sempre visto rovesciato questo concetto, e cioè la nascita per l’ uomo è il punto di arrivo su questa terra. Quello che egli realizza nel corso della vita, da adulto, e l’ immancabile morte, sono il punto di partenza per quelli che vengono dopo di lui, i giovani. Questi milioni, miliardi di punti di partenza, che milioni, miliardi di esseri umani lasciano nel morire, sono la vita che continua. La vita che continua è la tradizione. Secondo il mio concetto questi punti di partenza lasciati da esseri umani eccelsi e non eccelsi non debbono essere considerati un peso morto, un qualcosa di retrivo da disprezzare. Anche se da giovani ci sentiamo la forza di sollevare il mondo e farlo girare a modo nostro, non vi pare che la forza di miliardi di esperienza fatte da altri, e che poi sono noi, perché uomini come noi, ci possono aiutare? Io sono convinto di si. E sono convinto che persino per confutare un’ esperienza del passato e negarla, questa esperienza bisogna averla approfondita e persino amata. Se si usa la vita che continua, la tradizione, nel modo giusto, essa ci può dare le ali. Certo, se ci si ferma al passato diventa un fatto negativo, ma se ce ne serviamo come di un trampolino, salteremo molto più in alto che se partissimo da terra. Non vi pare?”

 

(Dal primo incontro di Eduardo con gli studenti dell’ università di Roma, Teatro Ateneo, 4 aprile 1981).


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