(AGENPARL) – Roma, 03 ott – «Se continuiamo così, verremo assunti in dieci anni. E per molti di noi significherà entrare nella PA a un passo dalla pensione». È uno sfogo, ma anche una previsione fatta dati alla mano, quella del Comitato 22 Procedure per la Giustizia, nato per rappresentare i duemila vincitori e i seimila idonei del cosiddetto “concorsone” di Roma Capitale, bandito ormai nel lontano 2010. Con ansia e speranza, i concorsisti aspettavano la comunicazione dei dati relativi al Piano assunzionale del prossimo triennio di Roma Capitale, presentato ieri in Campidoglio dal vicesindaco Luigi Nieri nel corso di un tavolo coi sindacati. Una speranza rimasta delusa. «Apprezziamo lo sforzo che vicesindaco e amministrazione capitolina hanno fatto, accontentando la nostra richiesta di inserire tutte le graduatorie consolidate nel piano assunzioni, ma tutto il resto ci lascia fortemente perplessi – è il commento di Valeria Cavalli, presidente del Comitato – 241 assunzioni nel 2014, 188 nel 2015 e altrettante nel 2016 vogliono dire assorbimenti dei soli vincitori in quasi 10 anni. Tradotto, vuol dire che entreremo nella PA quando saremo ormai vicini all’età pensionabile. Insomma, l’ennesima ingiustizia per noi che ci siamo guadagnati il diritto all’assunzione e che invece vediamo progetti di vita farsi sempre più lontani». Secondo il Piano assunzionale presentato ieri da Nieri, le 241 assunzioni corrispondono all’applicazione di un turn over al 60%. Un dato che il Comitato, però, contesta. «Innanzitutto non sono stati comunicati nella bozza i dati di pensionamenti su cui sono state calcolate le relative assunzioni. Perché tornino i numeri, a 241 assunzioni, considerando il turn over al 60%, corrispondono 400 cessazioni per il 2013. Ma è un numero verosimile per Roma capitale? Facciamo fatica a crederci. I dati dei pensionamenti di Roma Capitale negli ultimi anni oscillano infatti intorno alle 900 unità, quindi molte di più – commenta Cavalli – Inoltre, in base alla Riforma, il criterio non è più quello relativo alle teste, ma alla spesa. E visto che il giovane assunto costa meno della persona che va in pensione, il numero dovrebbe essere ancora più elevato. E poi, al contrario di quanto prevede la riforma, per il 2015 e il 2016 Roma Capitale prevede di effettuare un turn over ancora più basso, al 40%, che significa, tradotto in numeri, 188 assunzioni rispetto a circa 500 pensionamenti. Di fatto, si torna indietro». «Noi speriamo che si arrivi a una soluzione comune che garantisca in concreto non solo le 22 procedure ma la stessa città perché in queste condizioni – conclude Valeria Cavalli – Roma rischia di affondare. Ma se così non dovesse essere, purtroppo l’unica via che ci rimane è quella legale».

 


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