La denuncia dei pescatori del Golfo di Gaeta sulla presenza di microalghe in sospensione nelle acque del mare, riporta all’attenzione un tema che le istituzioni comunali, provinciali e regionali hanno colpevolmente dimenticato: il Golfo di Gaeta e i bacini drenanti ad esso afferenti  sono stati individuati, con apposita delibera regionale nel 2010,  come area sensibile ai sensi del D.lgs.  3 aprile 2006, n. 152.

E’ noto a tutti che la proliferazione algale è una risposta alla presenza massiccia di fosforo e azoto nelle acque di mare.

Il fosforo e l’azoto vengono scaricati con i reflui urbani trattati con gli attuali depuratori che non ne abbattono le concentrazioni.

L’istituzione dell’area sensibile del Golfo di Gaeta, va ricordato, fu approvata dalla precedente Amministrazione  regionale di centro sinistra , grazie all’impegno dell’allora Assessore all’Ambiente F. Zaratti,  su nostra sollecitazione politica e raccogliendo i contenuti di una lunga battaglia da noi  condotta con convinzione ,  quale possibilità di intervento significativo nella direzione del disinquinamento del Golfo.

Nelle aree dichiarate sensibili , perché considerate ambientalmente fragili, la norma  prevede l’adeguamento e  il potenziamento degli impianti di depurazione con il conseguente abbattimento di circa l’80% di quelle sostanze, come il fosforo e l’azoto,  che sono appunto tra le cause principali di eutrofizzazione del mare.

La precedente amministrazione regionale di centrosinistra aveva  stanziato adeguati finanziamenti per il potenziamento dei depuratori per dotarli della capacità di abbattere fosforo e azoto. Finanziamenti stornati dalla Giunta Polverini nell’approvazione della finanziaria regionale 2011 e a tutt’oggi non ancora reintegrati.

Una operazione che parla chiaramente dell’interesse che l’attuale Amministrazione regionale del Lazio mostra di avere nei confronti della salute del mare, della nostra costa, del nostro territorio.

Quel che più è allarmante è il colpevole silenzio delle amministrazioni comunali e provinciale, disinteressate del tutto al problema.

Il mare è un ecosistema complesso nel quale le varie attività antropiche hanno influenze significative e sinergiche; il mare non è solo balneazione le cui norme di riferimento sono attente solo ad alcuni parametri chimici e microbiologici, sicuramente importanti. E’  però esperienza comune bagnarsi in acque che, pur avendo la patente di balneabilità,  contengono strisce schiumose, rifiuti etc..

La salute del mare va quindi affrontata complessivamente con una politica attenta ai suoi molteplici aspetti.

Tanto per esemplificare, una delle norme contenute nella delibera regionale di istituzione dell’area sensibile prevede che:

– per  prevenire e ridurre l’inquinamento delle acque del Golfo di Gaeta i Comuni ricadenti nell’area sensibile e nel bacino drenante, entro dodici mesi dalla data di pubblicazione della presente deliberazione, devono individuare gli scarichi a mare e nei fossi ad esso efferenti non depurati, affinché vengano intercettati o da rete fognaria o adeguatamente trattati.

 

I dodici mesi sono abbondantemente passati e ci chiediamo, pur immaginando la risposta, quanti comuni abbiano ottemperato a tale compito.

 

L’area sensibile, a tutt’oggi, a due anni dalla sua istituzione, esiste solo sulla carta e denunciamo l’inerzia delle varie amministrazioni che si sono colpevolmente disinteressate e non hanno messo in campo iniziative adeguate e finanziamenti concreti per il suo decollo, salvo semmai ricordarsene, come enunciazione, al prossimo problema di inquinamento del mare.

Sinistra Ecologia Libertà è da sempre impegnata nella concreta realizzazione dell’area sensibile del Golfo e annuncia che insieme ai suoi consiglieri regionali sta predisponendo sull’argomento una importante iniziativa che si terrà verso la fine del mese di luglio a Formia.

 

Il coordinatore provinciale

Beniamino Gallinaro


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