BRUXELLES – Il Comitato economico e sociale europeo (CESE) si è di recente riunito a Bruxelles con il consueto obiettivo di offre ai gruppi di interesse la possibilità di esprimere formalmente un’opinione sulle proposte legislative dell’UE. A prendere parte alla riunione, molti rappresentanti delle organizzazioni dei lavoratori che hanno restituito voce agli interessi della società civile garantendo un dialogo equo tra parti istituzionali e cittadini dell’UE. Dal 18 al 19 i membri del CESE si sono consultati su “alcuni temi di carattere sociale su cui noi, come sindacato, siamo particolarmente interessati. Tra questi l’integrazione sociale delle persone con disabilità e delle persone con capacità di lavoro modificata, una questione esplorata non solo in ambito lavorativo ma ponendosi il dilemma del sostegno sociale per rendere l’integrazione quanto più ampia” spiega Luigi Ulgiati, vicesegretario generale UGL.
In una precisa dichiarazione, Ulgiati ha restituito il senso dell’incontro offrendo una panoramica totale sui punti toccati durante la plenaria: “Fondamentale anche il tema della democrazia su cui molto si dibatte riempiendo tutte le discussioni. Il nostro scopo in questa sede è stato quello di strutturare con concretezza, questo per noi significa considerare anche un aspetto generazionale, le criticità che riguardano la nostra società come la denatalità e l’invecchiamento della popolazione. Su questo dobbiamo garantire risposte concrete in termini di lavoro e formazione per i giovani ma anche di pensioni a chi è più in là con l’età. Azioni fondamentali per l’Europa del futuro”.
Immancabile il momento dedicato ad innovazione, transizione digitale ed intelligenza artificiale, tra gli argomenti più caldi degli ultimi anno. “Di recente c’è stato l’AI Act, ora dobbiamo capire come possiamo coniugarlo per dare risposte ai cittadini europei. In quest’ambito dobbiamo risposte ai giovani, a chi non ha lavoro o non ha le competenze per accedere ai lavori del futuro, completamente modificati dalla transizione digitale. Questo impegno è contenuto nel piano di sviluppo di una nuova Europa descritta nel rapporto Draghi nel quale è presente un progetto di formazione e di investimento, stipulato senza tralasciare le motivazioni. C’è un nuovo lavoro e ci devono esseri nuovi sviluppi su quella che è l’industria del futuro. Non possiamo diventare dei cittadini consumatori, dobbiamo essere anche produttori delle nuove tecnologie che andranno sul mercato, per tale motivo dobbiamo coniugare la transizione digitale con le questioni energetiche” conclude il vicesegretario.
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