STRASBURGO – Von Der Leyen tira un sospiro di sollievo. 370 voti favorevoli, 282 contrari e 36 astensioni, la fiducia c’è ma l’approvazione della sua Commissione riceve meno consensi di quelli espressi lo scorso luglio nonostante l’allargamento della maggioranza nel voto di oggi ad almeno una parte del gruppo di destra Conservatori e riformisti europei e il merito è della compattezza di Fratelli d’Italia.
La Presidente dalla Commissione Europa, leader popolare tedesca, sorride nonostante si sia salvata per un pelo, nello specifico 10 voti in più rispetto alla maggioranza assoluta degli aventi diritto, che è di 360 eurodeputati su 720, un risultato debole, il più basso di sempre nella storia europea. A quanto pare è stata poco convincente la composizione della squadra dei commissari, con i veti incrociati dei popolari spagnoli sulla socialista Teresa Ribera e del gruppo dei Socialisti & Democratici contro l’italiano Raffaele Fitto, la cui nomina è stata letta anche dal Pd come una apertura a Fratelli d’Italia e ai conservatori di ECR.
Una fiducia, quella di oggi 27 novembre, che fa acqua da tutte le parti. Tensione ed ambiguità aleggiano nell’aula dell’emiciclo ma hanno origini lontane, anche all’interno dei partiti e delle coalizioni nazionali in questi giorni si è riscontrata una linea frammentata che ha portato ad un voto preso tra mozzichi e bocconi, calcoli e strategie che, soprattutto dalle sinistre, arrivano per non mollare la presa nel tentativo di decostruire dall’interno. Infatti, mentre Fratelli d’Italia e Forza Italia hanno votato a favore, la Lega si è detta fin da subito contraria, un No deciso che arriva prima da Salvini e poi ancora in sede europarlamentare con Borchia: “Chi vota questa Commissione si accontenta di un’Unione ridimensionata a livello mondiale, che abdica il suo ruolo a Cina e Stati Uniti. Chi la vota, avalla gli accordi tradiscono la volontà popolare. Tranne poche lodevoli eccezioni – in bocca al lupo a Fitto e Vahrely – troppi i commissari nominati non per merito, ma per compiacere la voglia di comandare di partiti, partitini e gruppi politici”. Voti contrari dagli eurodeputati del M5s, dai Verdi e da quelli di Sinistra Italiana. Il Pd invece ha votato a favore.
“La prima grande iniziativa della nuova Commissione sarà una bussola della competitività e sarà la cornice del nostro lavoro per il resto del mandato. La bussola si baserà sui tre pilastri del rapporto Draghi”, ha dichiarato von der Leyen durante il dibattito sul nuovo programma che ha preceduto il voto. “Il primo è chiudere il divario d’innovazione con gli Stati Uniti e la Cina, il secondo è un piano comune per la decarbonizzazione e la competitività, il terzo è l’aumento della sicurezza e la riduzione delle dipendenze”. La leader popolare tedesca ha sottolineato che la libertà per l’Europa, come in passato, “non sarà gratuita” e questo “significa fare scelte difficili. Significa investire massicciamente nella nostra sicurezza e prosperità. E soprattutto significherà rimanere uniti e fedeli ai nostri valori. Trovare il modo di lavorare insieme e superare la frammentazione. Perché credo che la nostra generazione di europei debba lottare ancora una volta per la libertà e la sovranità”.
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