Il rischio di rimanere senza lavoro per 15 dei  28 dipendenti della Società Elettrica Ponzese si fa ogni giorno più concreto. Da quando la centrale di via Cesarano, 2, per l’effetto congiunto di un’ordinanza Commissariale e un analogo provvedimento della Provincia di Latina,  è praticamente ferma, l’azienda isolana  – sul mercato fin dal 1923 – con ogni probabilità sarà costretta a mettere in mobilità (licenziare) gran parte dei suoi dipendenti.

Per il momento non c’è nulla di ufficiale, si tratta solo di voci che trovano però delle conferme indirette. Infatti sono stati  messi in “ferie”  forzate già diversi dipendenti. E se le cose non dovessero cambiare, è abbastanza scontato che quello della messa in mobilità di molti degli addetti alla Centrale di Giancos – ormai inutilizzata –  sarà il prossimo passo della proprietà della SEP.  Naturalmente i primi a rischiare saranno i tre dipendenti precari, i cui contratti sono in scadenza nelle prossime settimane. A seguire tutti gli altri.

Com’è noto  per ora è praticamente in funzione solo la succursale di Cala Acqua che in questo periodo riesce, bene o male,  a sopperire alla richiesta di energia elettrica. Fino a quando non è dato saperlo, perchè sia dal Comune che dalla SEP, sono assai scarse le notizie che filtrano. Bocche cucite su tutti fronti.

Oggi presso il TAR di Latina, su istanza della Soc. Elettrica, si è discusso della sospensivaper la revoca delle autorizzazioni all’esercizio dei motori di via Cesarano, emessa dalla Provincia di Latina il 19 dicembre scorso, e che è all’origine di tutto. Non c’è stato però alcun pronunciamento del TAR sulla sospensiva, essendo venuta a mancare l’urgenza per via delle successive ordinanze Commissariali, che hanno di fatto – seppur parzialmente – riaperto la Centrale.
Si andrà quindi direttamente alla decisione di merito, possibile non prima della prossima primavera. Nel frattempo – in attesa della sentenza del TAR e in mancanza di una modifica dei provvedimenti della Provincia  sulle autorizzazioni –  il rischio che molte famiglie ponzesi saranno private della loro fonte esclusiva o principale di reddito diventa ogni giorno più concreto.

Portofranco


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