A conclusione della campagna amministrativa più affollata della storia gaetana, non si contano le analisi sulle cause di vittorie e sconfitte, di partiti e personaggi innovatori solo a chiacchiere, di giovanilismi anagrafici permeati nei fatti dall’acre odore dell’ affarismo politico della prima e seconda repubblica, di movimenti civici taroccati che si fanno scudo di ipocrite civicità per nascondere vecchie nefandezze partitiche.

Abbiamo appreso dei complessi esami da superare richiesti a chi voglia candidarsi  alle competizioni elettorali per rappresentare il Labour party.

Una commissione del partito vaglia le candidature (iscrizione esclusiva al Labour da almeno un anno, sussistenza del diritto di elettorato passivo, assenza di elementi di incompatibilità ed ineleggibilità, irreprensibilità dei comportamenti ecc., coinvolgimento attivo nella vita di partito, assenza di discutibili trascorsi partitici come trasformismi politici, quelli che hanno cambiato casacca, per intenderci), capacità di fare campagna elettorale, disponibilità di tempo e reali abilità nello svolgere le funzioni elettive alle quali ci si vuole candidare.

Se questi requisiti fossero stati richiesti ai 437 candidati consiglieri comunali e agli otto candidati sindaci al comune di Gaeta , quanti di essi avrebbero superato l’esame ?

I primi ad essere bocciati sarebbero quelli che – mascherati dietro falso giovanilismo anagrafico – si iscrivono ad una lista elettorale sottoscrivendo patto e condizione che in cambio dei voti portati sia loro riconosciuta una nomina assessorile.

Salvatore Delio


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