Ancora oggi l’assessore all’ambiente della giunta Raimondi  parla di un tavolo di concertazione che dovrà coinvolgere tutto il meglio del sapere in campo  per studiare la soluzione del problema ( mentre il medico studia il malato muore da anni);  vuol dire allora che prima nulla si sapeva o si sia mai discusso di quel problema che invece risale all’epoca in cui le merci polverose venivano scaricate alla banchina Caboto, nel pieno centro storico. Poi, dal pieno centro storico del quartiere medioevale, si è passati al pieno centro storico di Conca-La Piaja, salvaguardando la salute al centro storico e compromettendo quella del quartiere  La Piaja.

Occorre anche ricordare che a classificare le merci polverose in base alla loro pericolosità ed alle tecniche di sbarco idonee ci hanno già pensato altri competenti a farlo, ma senza per ciò ottenere comportamenti e strutture meccaniche idonei per un risultato soddisfacente, se ancora oggi se ne parla, in una noiosa, ripetitiva propaganda elettorale. Altri potrebbero fare queste promesse, ma non chi ha governato senza nulla concludere in merito.

Chi parla “per  parlare”, penseranno giustamente gli attenti elettori di Gaeta, deve andare a casa , aspettando che finalmente prepari anziché fumo un buon arrosto per i gaetani.

Se il passato ha un senso, occorrerà pure trarne degli insegnamenti:  abbiamo ancora oggi davanti agli occhi e dentro gli orecchi i frastuoni del metrò del mare, lo sviluppo crocieristico propagandato solo perché un operatore marittimo stagionale ha operato a per un mese con una sua navetta a Gaeta, o perché un natante adibito a charter è approdato con dodici ospiti a bordo alla banchina Caboto, o perché una nave da crociera di medio tonnellaggio ha dato fondo all’ancora per mancanza di idonea banchina e fatto sbarcare i crocieristi con le lance di bordo.

E poi, tutto svanito nel nulla come neve al sole.

Se è vero che siamo popolo di santi, poeti e navigatori, possiamo ora affermare – senza tema di smentita e dopo le folgoranti intuizioni dell’assessore Salone e dei suoi giovani  – , che a Gaeta abbondano anche megalomani più o meno informati e falsi profeti.

Passerà, certamente, anche questa sbornia propagandistica, e tutto resterà come prima…..senza niente e nulla che possa far rassomigliare Gaeta ad un porto degno di questo nome e delle funzioni economiche di sviluppo che dovrebbe assicurare.

Unici – dopo le recenti  iniziative della nuova dirigenza all’autorità portuale e Capitaneria – ad agire con fatti concreti  per un corretto assetto del porto e della costa di levante (parliamo della disciplina degli ormeggi nella darsena Porto Salvo, della riqualificazione della darsena Monte Secco, pulizia e messa in sicurezza dell’area ex CaNaGa, tardiva ma ormai certa presa di coscienza definitiva dello spostamento inderogabile del pontile petroli) sono state le autorità locali preposte che non troveranno certamente nelle cure proposte dall’assessore all’ambiente della Giunta Raimondi un benché minimo aiuto alla soluzione di ciò che resta da fare su tutta la linea costiera cittadina.

Noi ci auguriamo che non sia così, per il bene di Gaeta e per la credibilità dei nuovi profeti.

 

Salvatore Delio

 


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