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Risale a ieri la sentenza del Consiglio di Stato che sancisce ancora una volta, semmai ce ne fosse stato bisogno, il principio secondo il quale sull’acqua non si possono fare profitti. È stato infatti confermato quanto precedentemente affermato dalla Corte Costituzionale: dal 21 luglio 2011, data di proclamazione della vittoria referendaria, la remunerazione del capitale investito deve cessare di essere calcolata in bolletta. Ci aspettiamo, quindi, che anche nella nostra provincia il gestore Acqualatina restituisca ai cittadini quanto è stato indebitamente percepito negli ultimi 18 mesi. Ma non basta. Anche in provincia di Latina la volontà popolare scaturita dai referendum è stata chiarissima, grazie soprattutto ai comitati spontanei sorti a sostegno dei quesiti referendari, in primis i Comitati di Aprilia e Formia. Occorre adesso dare piena attuazione al risultato del referendum: insieme a Nicola Zingaretti ci impegneremo affinché si giunga finalmente all’uscita da Acqualatina di tutti i Comuni dell’ATO 4 ed all’approvazione della legge regionale di iniziativa popolare “Tutela, governo e gestione pubblica delle acque” proposta dal Comitato Acqua Pubblica nel Lazio. Nel frattempo esistono problemi drammatici legati all’erogazione e alla potabilità delle acque ovunque nella provincia di Latina, come hanno dimostrato le interruzioni nelle forniture nel periodo estivo riscontrati nei comuni del Golfo di Gaetae i valori anomali di arsenico nell’acqua nei Comuni dell’area nord della Provincia. Invitiamo fermamente il gestore del servizio affinché provveda immediatamente a sanare situazioni insostenibili che scaricano ancora una volta sui cittadini il peso delle proprie inefficienze.

 

Fabio Luciani


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