Si sono tenuti  a Livorno, ieri  pomeriggio alle 15,30 nella Chiesa di San Benedetto, i funerali di Silverio Curcio, il pescatore di origine ponzese, di 64 anni perito a seguito dell’affondamento del suo peschereccio ‘S.Lucia II’, l’11 gennaio scorso mentre era in pesca sulle secche del Vada a sud di Livorno. Nella chiesa mancava una seconda bara, quella del figlio Davide, 36 anni,  il cui corpo senza vita ancora giace sul fondo del mare insieme ai  suoi due inseparabili cani, Tag ed Edri.
Come si ricorderà, il corpo di Davide,  intrappolato nella cabina del peschereccio, è stato individuato – due giorni dopo il tragico incidente, grazie alla squadra nautica della polizia e dai sommozzatori di La Spezia, che hanno usato un Rov, piccolo robot subacqueo con telecamera . La prima difficoltà è stata quella d’individuare il relitto del S. Lucia  che giaceva su un fondale di 70 metri e due miglia e mezzo a nord ovest delle Secche di Vada, poi la non facile scoperta del corpo di Davide all’interno della cabina, insieme ai suoi due cani.
Nel momento in cui peschereccio si è capovolto e poi rapidamente affondato Davide si trovava nella cabina, ai comandi del motore, molto probabilmente per dare ulteriore potenza al verricello nel tentativo di sollevare l’ostacolo (fonti ufficiose parlano di un siluro) in cui si erano impigliate le reti o in alternativa a strappale per liberarle. Il ribaltamento della imbarcazione deve essere avvenuta proprio nel momento. Non si sa se dovuta ad una piccola onda anomala che ha dato il colpo di grazia al peschereccio già fortemente sbandato, oppure perchè  una volta sollevato, sia pure di poco l’ostacolo dal fondo, questi si sia spostato in un tratto di mare più profondo e col suo peso fatto capovolgere la barca già in assetto critico.
Nella cabina, Davide, come sempre era stato seguito i suoi inseparabili amici: i cani, Tag ed Edri, un pastore maremmano e un carlino, che ora sono ancora lì a fargli compagnia in attesa  che il corpo del padroncino venga recuperato e affidato del pietoso rito della sepoltura.
Per la famiglia Curcio – già provata da una analoga tragedia nel 2003 quando Pasquale Curcio,  fratello di Silverio e zio di Davide, morì sul suo peschereccio travolto dal mercantile ‘Jolli Blu’ – si tratta di una tragedia immane: in un colpo solo perduti affetti e mezzi di sostentamento.
“Sono sotto choc. E ora l’unica cosa che desidero è rivedere mio marito, aspetto che il corpo sia portato a terra” – ha detto, disperata,  Ilaria la moglie 31enne di Davide, appena appresa la notizia del ritrovamento del corpo senza vita del marito.
Sarà il pm a stabilire le modalità di recupero della salma. Non si esclude il coinvolgimento di una nave della Marina, l’Anteo. La decisione è attesa per le prossime ore.


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