L’Isola sta morendo

Molti di noi hanno creduto che dopo tutto quello che è successo l’anno scorso a settembre, dopo sette mesi di commissario prefettizio, dopo aver eletto un sindaco  esperto in miracoli e un’amministrazione nuova – che avevano promesso lavoro e legalità per tutti –  potessimo finalmente questa estate lavorare tutti serenamente.

 

In campagna elettorale ci è stato detto: non vi preoccupate resterà tutto come prima, almeno per questa estate, lavorerete tutti… poi a settembre…vedremo

Invece dobbiamo constatare che fino ad oggi non è così.

Dal Comune arrivano solo no!

I noleggiatori di Le Forna hanno dovuto tirare a terra le loro barche perchè  non si vuole rinnovare l’autorizzazione stagionale per ormeggiare le loro barchette, fonte di un modesto guadagno che certo non li arricchisce, ma che permette loro solo di sopravvivere.

Tutto questo ha ricadute negative anche su tutto il già modesto movimento turistico fornese.

 

Non si capisce perchè non si può dare una semplice autorizzazione stagionale. “Non vogliamo andare in galera, come i nostri predecessori” è il ritornello che ci sentiamo ripetere continuamente.

Quando tutti sanno che non sono andati in galera certo per il demanio ne tantomeno per aver rilasciato delle semplici autorizzazioni stagionali.

 

“Non c’è il PUA”.  E’un’altra delle cose che sentiamo.  Vero il PUA non è stato approvato, ma è stato adottato che è sempre meglio di niente.

E secondo noi  sarebbe bene che questa amministrazione lo portasse avanti,v semmai modificandolo dove ritiene.  Invece sentiamo dire che presto sarà ritirato.

Nessuno ci dice perchè.  Come non ci hanno detto perchè è stato ritirato (dalla commissaria) il regolamento demaniale. Anche lì si poteva modificarlo. Invece è stato ritirato. Mistero!

 

Solo voglia di marcare una netta discontinuità  anche mediatica con il passato????

Speriamo che sia solo questo e che dietro non ci siano altri progetti….

 

Sulla costa  vicina ci sono molti comuni che non hanno il PUA, Scauri e Gaeta per esempio. Eppure le attività balneari vanno avanti a colpi di autorizzazioni e mini-concessioni stagionali. Perchè non lo si può fare anche a Ponza?

 

Le attività di noleggio attrezzature da spiaggia – ci è stato risposto in questi giorni-  sono sospese in attesa di imminenti nuove regolamentazioni. Che vuol dire?  Non lo sappiamo. Invece vogliamo saperlo. Abbiamo il diritto di sapere di che morte dobbiamo morire.

Pazienza? Non ne abbiamo più!!!!

 

Ci hanno promesso la legalità. Invece adesso siamo un popolo di abusivi più di prima.  Anche qui a Ponza alcuni aspetti di attività sono fuori legge   chiaramente e davanti gli occhi di tutti – autorità comprese. Non per colpa delle attività ma di chi non rilascia le autorizzazioni, esercitando senza paura il potere amministrativo a cui è stato deputato.

Se non sanno prendersi le responsabilità se ne tornino a casa. Per fare questo va bene pure la commissaria.

Se, secondo il pensiero di questa amministrazione le autorizzazioni stagionali sarebbero contro legge, non si capisce però perchè è stata rilasciata un’autorizzazione stagionale provvisoria nella Stazione Marittima. Perchè due pesi e due misure???

 

Potremmo continuare le nostre denunce di trattamenti differenziati, ma non ci interessa. Vogliamo solo lavorare senza essere costretti ad essere abusivi,così ci avete promesso in campagna elettorale. Il lavoro è un diritto costituzionale.

Tutti – Stato, Regione e Comune – devono capire che siamo di fronte ad un’emergenza sociale ed economica senza precedenti, aggravata dalla crisi generale.

 

Parliamo un po’ del PAI.

Molti dei nostri problemi dipendono dal PAI Piano d’Assetto iIdreogeologico. Una  disgrazia senza precedenti che si è abbattuta sulla nostra isola ai primi di luglio del 2010, quando al Comune di Ponza fu notificato quel nefasto documento che dichiara praticamente inagibile il 97% delle nostre coste!! Una emergenza stratosferica… che si andava a sommare alle altre.

Nel 2010 e nel 2011 fu attrezzato – grazie anche alla Regione – un intervento di somma urgenza, un’ispezione, si chiama in termine tecnico per verificare e disgaggiare (far cadere) massi in bilico.

Gli interventi sono stati fatti nelle zone di massima presenza balneare (Frontone, Cala Fonte, Cala Acqua e Cala Feola).  Si è ottenuto una mitigazione del rischio e quindi si è potuto lavorare sia pure con limitazioni di transenne, interdizioni, boe, cartelli e continui controlli della P.C. Nessuno  si è fatto male perchè le cose sono state fatte per bene con l’aiuto di tutti noi.

Quest’anno però non abbiamo ancora visto i rocciatori all’opera. L’amministrazione l’ha richiesto alla Regione? Fino a pochi giorni fa sembra di no! Come mai? Anche questo per marcare la discontinuità con la passata amministrazione??

O – pensiero cattivo – per avere un altro motivo per non farci lavorare?  Poiché nulla avviene per caso, ci dobbiamo preoccupare veramente. Lo si richieda immediatamente!

Nel 2010, sotto la spinta emozionale della disgrazia di Ventotene, la Presidente Polverini insieme al ministro Prestigiacomo, stanziarono dei fondi per il dissesto delle coste. A Ponza furono assegnati circa 5,5 milioni,  gestiti comunque dalla Regione che ha nominato un commissario ad acta.  Sono passati due anni e nulla abbiamo ancora visto.

 

Le Forna sta morendo e non può aspettare i tempi biblici previsti per il risanamento della miniera e il successivo eventuale porto. Non ci prendiamo in giro.

A Le Forna occorre una  scogliera a Cala Acqua  SUBITO. E si può fare! Abbiamo l’emergenza e l’urgenza dell’erosione delle coste ( in quella zona ci sono decine di case a strapiombo sul mare), facciamo una scogliera  di un centinaio di metri per proteggerle, attivando le procedure Commissariali e una parte piccola dei 5,5 milioni stanziati dalla Regione.  La scogliera oltre a proteggere le case e la costa dall’erosione produrrà anche un piccolo ridosso dove si potrà cominciare un’embrione di attività nautica. Così i nostri giovani potranno aspettare, gli anni che ci vorranno per  il risanamento dell’area e la costruzione del Porto, senza morire prima.

 

Non vogliamo vivere in uno stato di polizia permanente. Esiste la divisione dei poteri. Il potere amministrativo eserciti le sue prerogative autonomamente, senza paura e alla luce del sole, altrimenti ridateci la Commissaria.

E’ una situazione eccezionale, occorrono risposte eccezional.. mente rapide. Non vogliamo morire aspettando inermi e silenziosi, pertanto dichiariamo lo stato di agitazione permanente fino alla soluzione di tutti i problemi più urgenti.

 

 

Operatori Turistici di Le Forna

                                                                                                                                   23.06.2012


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