Alla fine qualcosa, sia pur lentamente, si muove nella direzione giusta. La città di Gaeta ha avuto il rispetto che le era dovuto nell’ambito delle celebrazioni per il 150esimo dell’Unità ed anche alla verità storica si comincia a pagare il doveroso tributo.

Che Gaeta abbia un conto aperto con la storia che nessuno ha mai pagato è un fatto risaputo. Severa è stata la sua punizione subita dai vincitori per essere stata la Fedelissima del Regno delle Due Sicilie. Dopo 100 giorni di durissima battaglia, con la caduta dell’ultima piazzaforte di Gaeta, finì di esistere l’antico Stato del Sud e iniziò la vita di quello Italiano. I suoi sacrifici, morti e distruzione furono ‘ripagati’ con la quasi totale demanializzazione del suo territorio. Da seconda capitale del Regno fu ridotta a luogo di espiazione e pena.

E’ arrivato il Presidente della Camera, Gianfranco Fini, la terza carica dello Stato Italiano, per ricordare con la suggestiva cerimonia della ”Preghiera per la pace dei Prodi” i caduti di entrambi i fronti dell’assedio di Gaeta. E’ solo un minimo di quanto le è dovuto dallo Stato Italiano, un parziale risarcimento sul piano strettamente simbolico.

Ma ben venga, è un segnale positivo.

Quello di oggi non è il primo tentativo di mettere a posto la coscienza accomunando in un unico omaggio i caduti di entrambi i fronti. Tutti lodevoli sforzi ‘riconciliazione’ verso una nazione praticamente annessa, colonizzata, ma desolatamente monchi perchè in essi c’è sempre stato una grande assente: la verità storica. Oggi – forse per la prima volta – si sono sentite parole di verità. Le hanno pronunciate i rappresentanti delle istituzioni. Per primo lo ha fatto con forza il Sindaco di Gaeta Raimondi, quando ha detto che il “cammino della verità è ancora pieno di ostacoli e pochi sanno veramente quante rovine e quante sofferenze hanno segnato la nascita dello Stato Italiano. Ancora non si riescono a immaginare gli scenari di una storia nascosta, bandita dai libri.. una storia che fa vergogna a molti, molto spesso offuscata dalla retorica e dalla propaganda, ma fatta di archivi segreti… un Mezzogiorno in preda a leggi speciali, rappresaglie, incarcerazioni, deportazioni, carestia, emigrazione di massa, guerra civile e sociale, tra usurpati ed usurpatori, traditori e partigiani. Chi avrà mai il coraggio e l’onestà intellettuale di rendere a queste genti meridionali, a questi italiani, gli onori di essere stati sacrificati sull’altare della causa nazionale?” In sintesi con l’Italia è nata la questione meridionale. Una questione ancora attuale che non permette il completamento del processo di unificazione. Che della rinascita del sud, il Governo faccia il suo primo obiettivo, è l’auspicio del Sindaco di Gaeta, per una unità nazionale forte, indissolubile nella verità che unisce.

Anche il Presidente della Provincia Cusani, sia pure con toni più sfumati, ha parlato di lettura critica dell’unità d’Italia, non agiografica. Commovente quando ha citato ad uno ad uno i nomi dei giovanissimi allievi della Nuziatella che fuggirono dalla loro scuola per venire a combattere e morire sugli spalti di Gaeta.

Nessuno si aspettava dal Presidente Fini dichiarazioni non consone al suo alto ruolo istituzionale e infatti così è stato. Ma pure un piccolo accenno agli interventi di Raimondi e Cusani è stato fatto. Inoltre ci è parso significativo il passaggio nel quale ha affermato: “Bisogna lavorare per rafforzare l’unione tra Nord e Sud e ridurne il divario… che sia un obiettivo prioritario del governo. Coesione e Unione devono necessariamente coincidere.”

Insomma qualcosa si muove verso la verità. Ed è solo quella che cerchiamo….alla prossima manifestazione invitate anche lei. Sentiamo la sua voce.

 

Portofranco

 

 

 


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