Son tornate a sventolare, nella centralissima Piazza della Libertà, a Gaeta, le bandiere del PD. L’occasione l’ha data l’arrivo dell’onorevole Rosy Bindi, presidente nazionale del Partito Democratico, per l’ affollatissimo comizio a sostegno della candidatura del sindaco Antonio Raimondi. Sullo stesso palco, tra applausi e commozione, è salito anche l’onorevole Giovanni Bachelet, figlio di Vittorio assassinato dalle Brigate Rosse. L’appello di tutti è stato al “popolo della Sinistra” perchè, in questo secondo turno elettorale, non esiti a votare compatto, per Raimondi e “contro la destra pericolosa che vuole mettere le mani sulla città”. “Non a caso -ha detto l’on.Bindi- in questo territorio molto appetibile, la destra continua a tenere, mentre è crollata ovunque”. Non esita a fare riferimenti diretti a “quanto accaduto nel limitrofo Comune di Fondi” o alle note vicende interne al PdL e alla Lega a livello nazionale. “Una destra che ha portato l’Italia nel punto in cui siamo – ha detto ancora- non può andare al governo di Gaeta” e, non fosse altro per questo motivo, il centrosinistra “deve vincere unito”.

Riguardo alla situazione del PD locale, assente con il proprio simbolo in questa tornata elettorale, sia la Bindi che Bachelet (ma anche Sandro Bartolomeo sul finale del comizio) hanno fatto appello al buonsenso per superare incomprensioni e intraprendere la via del dialogo. La presenza sul palco di Domenico Di Resta, del resto, rafforzava questo appello pur senza esternarlo al microfono, così come la commozione dell’anziano partigiano Erasmo Coccoluto, salutato dagli applausi. Il civico Raimondi, insomma, è il candidato sindaco che, in questa fase di ballottaggio, può e deve convogliare su di sè i voti (e quindi le istanze e le speranze) del “popolo del Centrosinistra, senza se e senza ma”. Anche in vista delle prossime competizioni politiche che riporteranno a breve gli italiani alle urne. Da Gaeta, allora, parte la riscossa in nome dell’onestà, la legalità, il buon governo, la competenza di una classe dirigente scevra da ogni interesse personalistico o da legami non proprio chiari. La parola d’ordine lasciata dall’onorevole Bindi ai gaetani è una sola: vincere. Con Raimondi. E, da qui, arrivare poi a “liberare” dalle destre città limitrofe, la Regione, l’Italia.

 


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