(AGENPARL) – Roma, 01 ott – “Questa legge-delega fa alcuni passi nella direzione da noi auspicata, ad es. migliora gli ammortizzatori sociali, semplifica alcune procedure e introduce il principio della progressività delle tutele, ma non fa, secondo noi, tutti i passi necessari per costruire un sistema efficace e moderno e per rimettere in moto il mercato del lavoro. Per noi autonomisti occorre rendere maggiormente flessibili i sistemi di occupazione, semplificare la giungla dei contratti, rendendo più semplice l’incontro tra domanda e offerta sul mercato del lavoro. E, soprattutto, dobbiamo creare un percorso per cui gradualmente spostiamo le risorse economiche dalle politiche passive a quelle attive per far ripartire la nostra economia”. Lo ha dichiarato oggi in Aula il senatore SVP-Hans Berger, rappresentante del Gruppo Per le Autonomie in Commissione Lavoro, intervenuto in discussione generale sul job act. “In Italia ogni giorno decine di aziende chiudono perché non ce la fanno a sopportare il peso della crisi. Un giovane su due è senza lavoro. Il livello di esposizione debitoria con le banche delle nostre aziende è tra i più alti d’Europa. I consumi sono fermi: c’è recessione e deflazione. L’unico punto di tenuta è rappresentato dai risparmi delle famiglie e dalla volontà ed il coraggio dei nostri imprenditori e delle piccole imprese familiari di andare avanti”. Secondo Berger una seria discussione sul lavoro deve partire da questi dati di fatto. Entrando nel merito il senatore auspica un miglioramento del sistema di apprendistato. “Dobbiamo creare un raccordo ancora più stretto tra lavoro, formazione professionale obbligatoria e pubblica e scuola, come avviene nella Provincia autonoma di Bolzano dove abbiamo istituito e sperimentato con successo un modello nel quale i giovani passano dal posto di lavoro alla scuola professionale, pubblica e d’obbligo, per l’apprendista che vuole raggiungere una qualifica e il giovane che vuole, dopo la sua fase di apprendistato, coprire un posto di lavoro qualificato”. “Dobbiamo rendere, inoltre, flessibile e incentivare il lavoro occasionale. L’esperienza dei nostri territori ci insegna che ci sono economie che necessitano di un alto livello di flessibilità che non può in alcun modo essere scambiata per precarietà. In agricoltura, per esempio, il numero delle persone da impiegare può variare di giorno in giorno e questo non per la volontà di un datore di lavoro, ma perché c’è la necessità dalla sera alla mattina successiva di procedere con il raccolto”. Il senatore tiene a ricordare che ha presentato anche un ordine del giorno per il riconoscimento della legalità dei contratti di prossimità. “Non dobbiamo, inoltre, avere paura di intervenire sull’articolo 18 – una disposizione con effetto negativo sull’occupazione. Al tempo stesso, dobbiamo, invece, estendere le tutele a chi oggi non ne ha”. “Riguardo l’Agenzia nazionale per l’impiego, istituto che verrà reso obbligatorio al più tardi nel 2017 da parte dell’Unione europea, mi auguro che si prenda d’esempio il modello tedesco che si basa su una struttura territoriale delle sue agenzie. Agenzie che controllano anche i comportamenti dei disoccupati per scoprire se sono davvero alla ricerca di lavoro, o se stanno godendo dei benefici del sistema sociale”.


Scopri di più da eu24news

Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.