(AGENPARL) – Roma, 03 ott – “I recenti fatti di cronaca che hanno visto coinvolto l’ospedale Israelitico di Roma si vanno ad aggiungere ad altre analoghe situazioni che nel corso degli ultimi anni hanno colpito gli ospedali religiosi del Lazio. Non voglio in alcun modo prendere una difesa di parte, ma non ritengo nemmeno credibile pensare che la sanità religiosa sia diventata improvvisamente il male del sistema assistenziale regionale, come invece qualcuno vorrebbe far credere”. Lo dichiara, in una nota, Donato Menichella, Segretario Nazionale Anmirs, Associazione Nazionale Medici Istituti Religiosi Spedalieri. “Non sappiamo chi possa avere interesse a far questo –prosegue Menichella- ma non vorrei che, come già avvenuto in altre situazioni, a distanza di pochi mesi si manifesti il privato di turno pronto a raccattare un carrozzone in difficoltà con pochi spicci”. “L’ospedale Israelitico è  un polo di eccellenza che va difeso e sostenuto, non certamente affossato –continua ancora il segretario Nazionale Anmirs- Ogni giorno medici, infermieri e tutto il personale, opera con abnegazione e professionalità, garantendo il diritto alla salute e all’assistenza a tantissimi pazienti. Un patrimonio di questo tipo non può essere gettato nel frullatore della malasanità, senza neanche che si attendano i tempi della giustizia amministrativa”. “Pertanto ci auguriamo che il presidente Zingaretti, a cui peraltro l’Anmirs ha chiesto urgentemente un incontro insieme alle altre sigle sindacali, si adoperi affinché venga preservata e difesa la natura religiosa dell’ospedale, la salvaguardia dei livelli occupazionali, e  il mantenimento dell’equiparazione dei titoli e dei servizi con il personale del Servizio Sanitario Nazionale”. “Inoltre esprimo solidarietà alla Comunità Ebraica di Roma che ha sempre investito e si è sempre adoperata per il buon funzionamento dell’ ospedale Israelitico” –conclude Menichella.


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