Tra pochi giorni i cittadini di Gaeta saranno di nuovo chiamati alle urne per decidere chi amministrerà la Città. Il momento è storico, stiamo assistendo alla dissoluzione del PDL in tutta Italia, ma questo fenomeno sembra non trovare riscontro a Gaeta, dove la coalizione di centrodestra ha ottenuto al primo turno circa il 44% dei consensi con oltre 6000 voti. C’è il concreto rischio della vittoria della destra fazzoniana, e noi Giovani Democratici sentiamo la forte necessità di non rimanere indifferenti a ciò che sta accadendo. Pur rimarcando la nostra distanza, nel merito e nel metodo, dalle politiche sin qui condotte dall’Amministrazione uscente, invitiamo gli elettori di centrosinistra a votare per il candidato Sindaco, Antonio Raimondi.

Un governo delle destre,con politiche quanto meno opache, lontane dai cittadini e in contrasto con il fine ultimo della politica, cioè il perseguimento del bene comune, produrrebbero risultati devastanti, come gli esempi di Terracina e Fondi dimostrano. Non vogliamo che tutto questo accada anche a Gaeta.

A nostro avviso la grande piazza democratica deve essere unita contro il mal governo delle destre, come ha affermato il Segretario Regionale del Partito Democratico, Enrico Gasbarra: ”Lanciamo un appello a tutte le forze politiche del centro sinistra, ai movimenti, alle liste civiche, alle associazioni e ai comitati che hanno nel proprio Dna quella cultura democratica alternativa alla destra, perché uniscano le forze, le idee, l’amore per la propria città e diventino ancora di più protagonisti del cambiamento e di una nuova stagione politica del Lazio.”.

Per i prossimi 5 anni il nostro compito sarà, chiunque vinca, quello di esercitare una ferma opposizione nei confronti di qualsiasi scelta in contrasto con gli interessi della Città. Al tempo stesso opereremo incessantemente per la ricostruzione dell’unità del centrosinistra. In caso di vittoria da parte del Sindaco uscente auspichiamo, inoltre, una politica più aperta e progressista, nei fatti e non negli slogan elettorali; meno personalistica; volta ad un confronto reale e non strumentale con tutte le forze politiche e sociali alternative al modello pidiellino che tanto ha fatto male al nostro territorio e di cui, ancora oggi, viviamo le catastrofiche conseguenze.

 


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