(AGENPARL) – Roma, 01 ott – Alla fine di un giro dell’oca lungo un anno le uniche aziende ad aver presentato offerte per l’azienda legnanese Franco Tosi Meccanica sono state l’indiana Patell e la società italiana Termomeccanica Spa. La montagna ha partorito il topolino, non c’è che dire!

“Già nel luglio scorso – argomenta Mirco Rota, segretario generale della Fiom Cgil Lombardia – avevamo scritto al Ministero dello Sviluppo Economico, contestando la gestione del commissario straordinario dott. Andrea Lolli, considerandola assurda, incomprensibile e gravida di conseguenze, in quanto metteva a rischio la continuità produttiva della Franco Tosi, i suoi livelli occupazionali non solo per i continui spostamenti della data del bando di gara, ma anche per le operazioni condotte in questi mesi”.

“Oggi, alla prova dei fatti, prosegue Rota, si scopre che le uniche due imprese che hanno presentato un’offerta concreta rispetto al bando di gara sono Patell e Termomeccanica, vale a dire le stesse che avevano inizialmente manifestato interesse nei confronti dell’acquisizione dell’azienda di turbine di Legnano, addirittura attraverso un’operazione di l’affitto dell’azienda Tosi, operazione che avevamo caldeggiato e che avrebbe consentito la ripartenza dell’azienda e i primi investimenti produttivi”.

In pratica si è tornati al punto di partenza. Secondo il segretario dei metalmeccanici lombardi: “La gestione del commissario e la condotta del Ministero non hanno apportato benefici alla trattativa, non si sono aggiunti nuovi acquirenti a quelli iniziali, si è solo perso tempo prezioso, complicando ulteriormente la soluzione all’amministrazione straordinaria”.

“Al danno si è poi aggiunta la beffa: com’è noto un’azienda ferma un anno non ha un grande appeal sul mercato. Mantenere i macchinari fermi significa indebolire il potenziale di uno stabilimento. In questo lasso di tempo si sono persi inoltre circa 40 lavoratori: alte professionalità e lavoratori specializzati di un certo livello che sono trasmigrati verso altre realtà lavorative. Una gestione davvero sconsiderata visto che a febbraio queste due società su suggerimento del Ministero avevano trovato un accordo industriale, che per ragioni tuttora incomprensibili è stato fatto saltare dallo stesso Ministero e che ci ha portato in quest’assurda situazione”, aggiunge il segretario del sindacato delle tute blu.

“Se si fosse seguita la strada indicata dal sindacato, puntualizza ancora Rota, ci sarebbero già stati degli investimenti, il rientro dei primi lavoratori avrebbe limitato la cassa integrazione speciale e il commissario non avrebbe dovuto chiedere un prestito di 20 milioni al Ministero del Tesoro, soldi che è giusto sottolineare in questa fase di crisi, pagati dalla società. A proposito, sarebbe lecito sapere anche come sono stati impiegati questi soldi?”.

“Dall’enunciazione di questi fatti – conclude il sindacalista -si capisce come la gestione commissariale sia stata palesemente inadeguata e non rispondente alle esigenze produttive della Franco Tosi, pregiudicando il mantenimento dei livelli occupazionali e la continuità aziendale della storica società di turbine legnanese. Il fatto che all’orizzonte non ci siano stati altri acquirenti non fa che confermarci in questa convinzione.

Per questi e per altri motivi chiediamo un cambiamento di gestione da parte del commissario,per non compromettere del tutto la vita futura e dare il colpo di grazia definitivo alla Franco Tosi”.


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