(AGENPARL) – Roma, 01 ott – L’industria alimentare italiana esprime soddisfazione per la decisione della Commissione UE di avviare l’iter della procedura di infrazione contro l’UK per l’etichetta a semaforo sui prodotti alimentari. Il Presidente di Federalimentare Filippo Ferrua Magliani ricorda quanto affermato recentemente:  “L’etichetta ‘a semaforo’ sui prodotti alimentari, varata l’anno scorso dal Governo UK con una apposita raccomandazione, a seconda degli ingredienti ritenuti ‘sani’ o ‘pericolosi’, e recepita dal 95% della grande distribuzione operante in Gran Bretagna, nascondeva in realtà interessi commerciali mascherati da esigenze salutistiche”. “La denuncia di Federalimentare – prosegue Ferrua – non era allarmistica e strumentale. La  Commissione UE  ha infatti accolto, in data odierna e a larghissima maggioranza, le osservazioni  presentate dall’Italia assieme a molti partner comunitari e ha dato l’auspicato via libera all’iter per giungere alla formalizzazione della procedura d’infrazione contro il Regno Unito”. “E’ importante – prosegue Ferrua – che in linea di principio si sia affermato ufficialmente, una volta per tutte, che non esistono cibi ‘buoni’ e ‘cattivi’ in sé: esistono soltanto  diete giuste o sbagliate, a seconda di come i diversi alimenti vengono combinati. Classificare alimenti e bevande è infatti fuorviante in oggetto, non si basa su evidenze scientifiche appropriate e dà un giudizio semplicistico ed erroneo sul singolo prodotto”.  Nel compiacersi del risultato, frutto anche di una importante azione di sostegno del nostro Governo,  Ferrua auspica perciò che, a esito dell’iter avviato,  “i prodotti italiani colpiti, fra cui molti DOP e IGP che costituiscono  l’ossatura stessa della nostra tradizione alimentare, ritrovino nel Regno Unito, che è il quarto, fondamentale sbocco  estero dell’industria alimentare italiana con 2,5 miliardi di export, il contesto che meritano: quello di un mercato libero e non discriminatorio”.  “Questa esigenza è tanto più importante e urgente – conclude Ferrua – in quanto il provvedimento sta già innescando fenomeni di Italian Sounding, con prodotti che echeggiano quelli italiani con mix produttivi opinabili e prezzi ridotti, per potersi fregiare di “semafori” favorevoli, facendo concorrenza scorretta ai nostri DOP e IGP. L’effetto sostanziale è quello di scoraggiare il consumo di alimenti sani  della tradizione italiana (come formaggi a pasta dura, salumeria, ecc) che, se consumati nelle proporzioni giuste, non solo non sono dannosi, ma  sono difficilmente sostituibili e rappresentano la base di diete nazionali”.


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