(AGENPARL) – Roma,  1 ott  –  “Nel linguaggio comune, quando si parla di carisma, si intende spesso un talento, un’abilità naturale. Così, di fronte a una persona particolarmente brillante e coinvolgente, si usa dire: ‘È una persona carismatica’. Cosa significa, non lo so: ma è carismatica!”. Nella catechesi dell’udienza generale di oggi, Papa  Francesco  si è interrogato: “Che cos’è esattamente un carisma? Come possiamo riconoscerlo e accoglierlo? E soprattutto: il fatto che nella Chiesa ci sia una diversità e una molteplicità di carismi, va visto in senso positivo, come una cosa bella, oppure come un problema?”. “Fin dall’inizio, il Signore ha ricolmato la Chiesa dei doni del suo Spirito, rendendola così sempre viva e feconda”, ha esordito il Papa, ricordando che tra questi doni i carismi “risultano particolarmente preziosi per l’edificazione e il cammino della comunità cristiana”. Nella prospettiva cristiana, ha spiegato, “il carisma è ben più di una qualità personale, di una predisposizione di cui si può essere dotati: il carisma è una grazia, un dono elargito da Dio, attraverso l’azione dello Spirito Santo. E viene dato a qualcuno non perché sia più bravo degli altri o perché se lo sia meritato: è un regalo che Dio gli fa, perché con la stessa gratuità e lo stesso amore lo possa mettere a servizio dell’intera comunità, per il bene di tutti”. Per attualizzare la parola “carisma” in senso cristiano, il Papa ha fatto – parlando a braccio – un esempio concreto: “Oggi prima di arrivare in piazza, ho ricevuto tanti, tanti bambini disabili. Un’associazione che si dedica alla cura di questi bambini. Queste persone hanno il carisma di curare i bambini disabili: questo è un carisma”. “Uno non può capire da solo se ha un carisma, e quale”, ha ammonito il Papa in tono scherzoso: “Tante volte ho sentito dire: io ho questa qualità, io so cantare benissimo, e nessuno ha il coraggio di dire: meglio che stai zitto, perché ci tormenti tutti quando tu canti!”. Ognuno di noi, allora, “è bene che si domandi: c’è qualche carisma che il Signore ha fatto sorgere in me, nella grazia del suo Spirito, e che i miei fratelli, nella comunità cristiana, hanno riconosciuto e incoraggiato? E come mi comporto io riguardo a questo dono: lo vivo con generosità, mettendolo a servizio di tutti, oppure lo trascuro e finisco per dimenticarmene? O magari diventa in me motivo di orgoglio, tanto da lamentarmi sempre degli altri e da pretendere che nella comunità si faccia a modo mio?”. “L’esperienza più bella”, per il Papa, “è scoprire di quanti carismi diversi e di quanti doni del suo Spirito il Padre ricolma la sua Chiesa”.


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