(AGENPARL) – Roma, 2 Ott – «Non c’è alcun dubbio, voterò contro l’abolizione dell’articolo 18. Lo richiede la mia storia di sindacalista che si è sempre battuta per le tutele del lavoratore». Così in un’intervista a ‘Il Tempo’ Renata Polverini, un passato di leader dell’Ugl, poi presidente della Regione Lazio, ora deputata di Forza Italia e Vice Presidente della Commissione Lavoro alla Camera dei Deputati. «Sulla partita dell’articolo 18 l’unico partito che si è mantenuto coerente è Forza Italia che si è sempre battuto per la sua abolizione. Ma anche io sarò coerente con la mia storia. Ho proclamato ben 6 scioperi contro Berlusconi e alcuni di questi erano proprio a difesa dell’articolo 18. Allora ero convinta come lo sono oggi, che sia l’architrave del diritto del lavoro. Oggi non è più quello sul quale proclamai uno sciopero contro Berlusconi. La riforma Fornero lo ha indebolito. Serviva un monitoraggio che non c’è stato. Mentre Renzi ha dato 80 euro io ho chiesto la stessa cifra ai lavoratori per ogni giorno di sciopero a difesa dello Statuto dei lavoratori. Sarebbe un tradimento cambiare posizione. Nemmeno Berlusconi mi capirebbe se assumessi una posizione diversa. Inoltre Forza Italia ha assunto posizione talmente a favore dell’abolizione totale dell’art.18 che oggi si trova a dover giustificare un voto perché quell’impianto è mutato, perché nel Pd è emersa una posizione diversa. Quando si sta all’opposizione, a prescindere dai provvedimenti, bisogna farla». «I sindacati- prosegue Polverini- hanno fatto l’errore di non intercettare i bisogni delle nuove generazioni in presenza di norme che creavano una giungla contrattuale. Il sindacato si è mosso con lentezza a fronte dei mutamenti sociali. Non ha affrontato, ad esempio, la questione che le giovani generazioni saranno i poveri pensionati del domani con una previdenza molto più bassa dello stipendio e un’integrazione inesistente. Nei fatti l’articolo 18 non c’è più, è stato lasciato solo per alcune categorie. Sui licenziamenti per cause economiche non c’è più perché gli imprenditori non hanno difficoltà a motivarli. Vorrei aggiungere poi che l’Italia non è un caso anomalo. L’articolo 18 c’è anche in altri Paesi. Non vorrei che alla fine, da patria del diritto del lavoro diventiamo l’unico Paese che non garantisce il reintegro per motivi disciplinari».«Il governo dovrebbe impegnarsi ad alleggerire il peso fiscale su imprese e famiglie, a portare il costo dell’energia allo stesso livello dei nostri competitor, ad effettuare una riforma seria della pubblica amministrazione e non a semplici ritocchini. Vorrei sapere se Renzi ha in mente di fare investimenti pubblici rilanciando settori come l’acciaio in cui eravamo leader. Renzi che vuole gettare fumo negli occhi per far dimenticare che finora ha solo fatto proclami ma nessuna riforma concreta. Anche l’ipotesi di anticipare il TFR é un’altra cosa assurda. Siccome Renzi non trova le risorse, prova a usare quelle che le imprese accantonano o utilizzano per investimenti. Non capisco come pensa di giustificare questo ennesimo annuncio. Si verrà a creare il problema delle piccole e medie imprese che utilizzano quei fondi per non chiudere».

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