(AGENPARL) – Acquapendente (Vt), 01 ott – “Siamo molto soddisfatti dell’accoglimento da parte del Ministero della Salute della proposta fatta dalla Regione Lazio, a seguito della nostra richiesta, di riconoscere per l’ospedale di Acquapendente l’inserimento tra le zone disagiate”. Commenta così il Sindaco Alberto Bambini la trasmissione della lettera alla Regione Lazio in cui il Ministero riconosce per Acquapendente e Amatrice le caratteristiche di zone svantaggiate. “È un’ottima notizia – continua il Sindaco – che afferma finalmente la validità delle nostre richieste per la dotazione dell’ospedale. Ora bisogna continuare a vigilare sulle azioni messe in atto dalla Regione Lazio e dalla Asl, perché il contenuto della lettera del Ministero deve essere trasferito nel decreto regionale e nel prossimo atto aziendale”. Nella lettera del Ministero della Salute è chiaramente scritto che nei presidi di zone svantaggiate devono essere garantite le attività di: pronto soccorso con personale dedicato integrato nella struttura DEA di riferimento; medicina generale con posti letto per acuti (20pl) con organico dedicato; chirurgia elettiva (Day/Week Surgery) con organico dedicato, anche in pronta disponibilità per il restante orario; radiologia e laboratorio analisi. “Ci siamo battuti in questi anni perché venisse riconosciuto il diritto alla salute dei nostri cittadini, e la presenza di una risposta alle emergenze-urgenze uguale a quella assicurata negli altri territori. La lettera del Ministero ci fa ben sperare che in tempi brevi quanto dichiarato per l’ospedale di Acquapendente venga finalmente realizzato”. “Non era un risultato scontato – conclude il Sindaco –, ma è stato il frutto di un lavoro politico-istituzionale continuo, portato avanti in modo serio e trasversale. Ringrazio il Presidente Zingaretti e la Regione Lazio anche per aver mantenuto fede all’impegno preso sui tempi, ed un altro ringraziamento va alla nostra Deputata Alessandra Terrosi che ha avuto un ruolo importantissimo quando la richiesta è arrivata al Ministero. Molti non ci credevano, e invece questo è anche la dimostrazione che i risultati si possono ottenere anche con il confronto, per quanto duro e serrato, e non soltanto con le urla e le minacce. Questo, per quanto importante, è comunque un primo risultato ed il lavoro da fare è ancora molto, tra cui quello di costruire insieme al territorio, alla Regione Lazio e all’Azienda un’organizzazione della struttura che, partendo dai servizi riconosciuti, sia in grado di proporre un presidio pieno di prestazioni di cui la popolazione ha bisogno e al tempo stesso sia in grado di reggere alle prossime verifiche e riorganizzazioni”.

 


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