(AGENPARL) – Roma, 02 ott – “Gli scenari petroliferi si sono modificati. Tutte le raffinerie Eni ora non perdono soldi. Se lo stabilimento di Gela fosse in marcia, in assetto normale, anch’esso farebbe soldi e potrebbero garantirsi i livelli occupazionali”. E’ quanto dichiara il deputato Ncd Alessandro Pagano, componente commissione Finanze della Camera.

“Questo perché – spiega Pagano – col calo del prezzo del greggio non è accaduto che il prodotto finito delle raffinerie, cioè gasolio e benzina, si sia abbassato nella stessa maniera. In tal modo se si avesse una struttura dai costi fissi efficienti, si riuscirebbe a generare profitto. Le Oil Companies integrate (estrazione greggio, più raffinazione, più chimica) riescono così a compensare gli effetti del mercato. In sintesi la raffinazione non è il male assoluto e, con questi scenari, si capisce perché la società numero uno al mondo, come Exxon, stia investendo grandi cifre nella raffinazione. Certo – conclude Pagano – ci vuole un management nella downstream all’altezza del ruolo. Ed è lì che è cascato l’asino”.


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