(AGENPARL) – Roma, 01 ott -“Il sistema delle Pmi, soprattutto quelle che vivono di domanda interna,  stanno scontando una crisi terribile per effetto di una pressione fiscale da  record mondiale, una domanda per consumi ferma al palo da anni, burocrazia  che ne aggrava i costi e ne complica la vita, prospettive di crescita ancora  troppo fragili e incerte. E non ultimo un sistema bancario che certo rimane  ancora molto timido nel sostenerle. In questa situazione drammatica drenare  liquidità alle imprese significa metterle in ginocchio o addirittura spingerle alla  chiusura dell’attività. Se si vuole, invece, realmente sostenere i consumi e far  ripartire l’economia la via da percorrere obbligatoriamente è e rimane quella  di una riduzione delle tasse che sia certa, graduale e compatibile con i conti  pubblici. L’ipotesi, quindi, di mettere il 50% del Tfr in busta paga, almeno per  come sembra formulata sulla base delle indiscrezioni circolate, finirebbe per  indebolire ulteriormente il nostro sistema produttivo, accentuando il processo  di riduzione occupazionale”. Così il Presidente di Confcommercio, Carlo  Sangalli, interviene nel dibattito sul Tfr.


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