(AGENPARL) – Roma, 01 ott – “La proposta della giunta regionale di accorpare alcuni enti come Ater, enti parco e consorzi, per tagliare un po’ di poltrone va nella direzione giusta, ma non in quella di cancellare i tanti e troppi livelli di governo presenti sul territorio regionale. Nelle nostra Regione oltre a 378 comuni, alle quattro province, alla costituenda città Metropolitana di Roma-capitale, che prende il posto della Provincia di Roma, senza tener conto delle Asl e di tutti gli enti, società e aziende regionali, si individuano 13 livelli di governo e ben 251 enti di secondo livello: 23comunità montane, 21 unioni di comuni, 82 università agrarie, 10 consorzi di bonifica, 12 enti parco, 38 riserve e aree protette, 5 ato acqua, 5 ato rifiuti, 4 consorzi intercomunali, 5 consorzi industriali, 1 bacino imbrifero, 8 gal e 39 distretti socio-sanitari. Quasi tutti i 378 comuni partecipano a più enti che costituiscono un groviglio reticolare, con tante sovrapposizioni, che non solo è incompatibile con l’attuale situazione finanziaria ma opprime il territorio e rende complicata la vita al cittadino e all’impresa, perché li obbliga a tanti passaggi fra enti che fanno la stessa cosa e spesso sono inutili e dannosi. Se Zingaretti oltre a tagliare le poltrone per andare incontro a giuste esigenze di spending review e di immagine vuole veramente semplificare il territorio,  liberarlo da queste oppressioni, faccia ciò che diceva da Presidente della Provincia di Roma: chiudere tutti questi enti di secondo livello. Oltretutto dal momento in cui le Province non sono state chiuse ma trasformate in enti di gestione di area vasta, ad elezione indiretta, bisognerà non solo lasciargli le competenze che hanno attualmente ma dargli anche tutte quelle funzioni di area vasta che oggi vengono gestite da enti regionali. Alle Province si possono dare le competenze gestite dagli attuali Ato acqua e rifiuti, le competenze sulla difesa del suolo attualmente gestite dall’ex ardis e consorzi di bonifica, quelle sulla gestione dell’edilizia popolare oggi gestite dalle Ater, tutte le competenze sulle strade oggi gestite dall’astral e in parte dall’A.remol e probabilmente anche le competenze su diritto allo studio, oggi gestite dalle Adisu, e ovviamente chiudere i corrispondenti enti. Ai comuni le competenze delle università agrarie e  degli enti parco. Così la Regione finalmente potrà diventare quell’ente di legislazione e programmazione e non di gestione che prevede la Costituzione”. Donato Robilotta, Presidente Federazione Regionale Aiccre del Lazio, membro del CAL.


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