Anche il Comitato Lo Stendardo  Angelo Di Bernardo, interviene sulla questione dello sviluppo del porto commerciale di Gaeta, dopo che nei giorni scorsi sullo stesso argomento si erano cimentati, sia il candidato sindaco della PDL Mitrano, che l’assessore raimondino Di Perna.
E la polemica, se pur garbata, parte nelle due direzioni. Ad entrambi Di Bernardo rimprovera un poco comprensibile tentativo di accreditarsi di  strette amicizie nei confronti del presidente dell’Autorità Portuale Pasqualino Monti.
“Lo sviluppo portuale – scrive  Di Bernardo – dovrebbe essere avvallato ove comporti sviluppo, creazione di posti di lavoro, salvaguardia dell’ecosistema in relazione alle destinazioni delle aree in cui tali opere verrebbero realizzate e di quelle ad esse immediatamente attigue senza vantare millantati crediti o amicizie di qualsivoglia tipologia arrogandosi diritti e riconoscimenti che non competono minimamente”
Pur riconoscendo all’Authority un diligente impegno per lo sviluppo portuale, il Comitato ‘Lo Stendardo’, evidenzia anche una certa disattenzione della stessa nei confronti di alcune problematiche strettamente correlate all’ampliamento dei traffici, quali l’inquinamento derivato dalle polveri che vengono movimentate. Inquinamento che ovviamente cresce in maniera proporzionata all’aumento dei traffici.
“In tale ottica – prosegue la nota –  la tanto decantata prossima realizzazione di adeguamenti strutturali delle banchine con la messa in opera di sistemi di captazione e canali di convogliamento delle acque come soluzione alla problematica,  appare  un inutile palliativo.  Infatti il sistema  conterrebbe  le acque di prima pioggia e di dilavamento sicuramente intrise di sostanze polverulenti , ma non rimedierebbe alla matrice inquinante  delle polveri trasportata dal vento con il conseguente sversamento di sostanze in mare e nelle limitrofe aree urbane.
Il comitato ‘Lo Stendardo’ – conclude la nota – si rende disponibile sin da subito a cercare soluzioni fattibili come l’adeguamento di strutture e facility portuali quali tramogge aspiranti etc., ormai da tempo utilizzate nei maggiori scali commerciali nazionali ed esteri, confidando nella professionalità e nel buon senso di tutti quegli enti coinvolti a vario titolo nella vicenda e non sulla base di cosi dette amicizie.”


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