I luoghi simbolo delle vacanze Luogo di confino nel fascismo, nei primi 60 «andare a Ponza» assunse tutt’ altro significato L’ Avvocato fu respinto da un ristoratore: «Agnelli o piecuri, se ‘ u posto nun ce sta, nun ce sta»

  Fonte Corriere della sera

di Conti Paolo

Ecco, ho trovato la frase…«Solo l’ aggettivo “inverosimile” è idoneo per descrivere la sensazione che si prova vedendo quelle grotte spalancate sul mare, illuminate come navate di cattedrali…». Sergio Castellani è un manager internazionale di cinema, creativo ma anche molto concreto: è il presidente e amministratore delegato di Filmmaster Group (attivo in Italia come a Madrid, Dubai, Abu Dhabi, Ryad). Nel suo passato c’ è il lavoro di aiuto regista con Gillo Pontecorvo, Ermanno Olmi e Giuliano Montaldo. Ma quando parla di Ponza, lo ammette, cede al romanticismo e cita un grande scrittore come Norman Douglas, a sua volta innamorato dell’ isola: «Douglas usò questa bella parola oggi così rara. Si presume di sapere tutto, affidandosi a internet. Invece no. Aveva ragione lui. Ponza è “inverosimile”. E inverosimili le emozioni che provoca». L’ isola pontina è «inverosimile» per mille ragioni. Il mare, sempre Castellani: «Per Folco Quilici è uno dei più belli del mondo, e di mari se ne intende». Per l’ essere insieme luogo di pesca e di campagna, di coltivatori. Inverosimile per una storia che parte dai Greci (la chiamarono Eea) e passa per i romani, in età imperiale costruirono ville, acquedotti, tunnel. Poi i Farnese e i Borbone, con Ferdinando IV che la ripopola. «Inverosimile» il repentino cambiamento, dal dopoguerra, del significato di «andare a Ponza». Durante il fascismo quell’ espressione terrorizzava i dissidenti: Ponza fu confino politico per Amendola, Nenni, Terracini, Spinelli, Pertini. E, per i tipici contrappassi italiani, anche per Benito Mussolini che arrivò lì il 27 luglio 1943 e rimase fino al 6 agosto: passava il tempo al balcone della casa che gli assegnarono, sulla spiaggia di Santa Maria, a guardare il mare. Per ore. Poi, dai primi anni Sessanta «andare a Ponza» diventò ben altro: vacanze raffinate e felici per gli happy few delle barche a vela. Basta studiare il bel sito www.ponzaracconta.it. Prendiamo «L’ aragosta», mitico ristorante gestito ai tempi da Amedeo Guarino. Si presentò Gianni Agnelli, non venne riconosciuto, troppa folla, niente tavolo. Fecero notare ad Amedeo chi fosse quel tipo con i capelli bianchi. Risposta da vero ponzese: «Agnelli o piecuri, se u’ posto nun ce sta, nun ce sta». L’ Avvocato avrà apprezzato. Spiega Castellani, fisso a Ponza dai primi anni Ottanta: «Qui i cosiddetti Vip ci sono, e tanti. Ma vengono lasciati in pace, è la regola. Hanno spazio e libertà. Se dovessi indicare un vero Vip locale, parlerei di Ernesto Prudente, letterato e pensatore, autore di molti libri sull’ isola e che per sei mesi l’ anno si trasferisce da solo a Palmarola. Il carattere dei ponzesi? Isolani, quindi chiusi ma quando decidono di darti l’ amicizia è per la vita. Avanzano con prudenza verso la modernizzazione e tengono al riparo Ponza dalla volgarità. Si considerano una Repubblica Marinara e, con orgoglio, non vogliono sentir parlare di radici laziali o campane. Si sentono soltanto ponzesi, e basta» Per questo i Personaggi Noti possono starsene tranquilli. Bagni sereni per Carolina di Monaco e i suoi figli così come per Bruno Vespa, le famiglie delle sorelle Fendi, Lapo Elkann, Sabrina Ferilli e Flavio Cattaneo, Kim Rossi Stuart e sua moglie Ilaria Spada (fotografati giorni fa durante un’ accesa lite ponzese), per Alessandro Cecchi Paone e il suo personal trainer portoghese (la foto-cult del «bacetto sull’ alluce» è stata scattata lì). Perché per un ponzese, un polpo può essere mille volte più importante di un re. Nel senso letterale. Fine anni Novanta, approdano Alberto e Paola del Belgio. Passeggiata sul camminamento, lì al porto. Un vecchio pescatore, chiamato «abbasci’ bbanchine», fissato col fondale e con i pesci, adocchia un polpo nell’ acqua. Fugge a casa, prende la fiocina e, afferrandola, corre urlando «u’ purp, ‘ u purp!» verso i reali belgi. La discretissima scorta non capisce, si allarma, blocca l’ uomo armato di fiocina, appare una pistola. Panico. Chiarito l’ equivoco grazie ad alcuni interpreti del dialetto locale, «abbasci’ bbanchine» viene liberato. Sconsolato, ignora il re e singhiozza impaurito: «Nunn’ nu’ voglie chiù u’ purp», non lo voglio più il polpo. Polpo che appare (con i calamari, le vongole ma anche le lenticchie e le cicerchie) nei menù dei ristoranti più famosi, oltre «L’ aragosta»: «Acqua pazza», «Da Ciro», «Orestorante». Inverosimile, in tempi recenti, è la clamorosa retata di sindaco e tre assessori, nel settembre 2011, per abuso d’ ufficio, falsità e turbativa d’ asta, turpitudini legate ad appalti locali. Altrettanto inverosimile può apparire l’ elezione a sindaco con la lista civica «Tutti per Ponza» di Piero Vigorelli, ponzese d’ adozione da quarant’ anni, ex direttore Rai e Mediaset, autore di misure che imbarazzano il centrosinistra perché apparivano nel programma progressista, e addio opposizione feroce: chiusura degli insediamenti abusivi alla spiaggia del Frontone, revoca del regolamento demaniale, del piano utilizzazione arenili e del piano urbanistico comunale per bloccare le illegalità, cancellazione dei posti barca irregolari, tassa di sbarco di 1.50 euro. Tutto, rispettando il mistero di Ponza. Quel suo essere «inverosimile». Castellani: «A Punta Bianca, anche se ci sono mille barche, ti afferra subito l’ intensità. E ti viene in mente la creazione». Inverosimile Ponza. Sospesa tra le gesta di Piero Vigorelli, sindaco-sceriffo e l’ Assoluto Universale. RIPRODUZIONE RISERVATA **** La scheda Chi è A farci da guida sull’ isola è Sergio Castellani, manager del cinema, presidente e ad di Filmmaster Group È stato aiuto regista di Gillo Pontecorvo, Ermanno Olmi, Giuliano Montaldo. Frequenta Ponza dall’ inizio degli anni Ottanta L’ isola In provincia di Latina, ha poco meno di 3.500 abitanti. Il 7 maggio, dopo una gestione commissariale, ne è stato eletto sindaco il giornalista Piero Vigorelli

 


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