Nei periodi estivi accadono con sempre più frequenza episodi di incendi. Lasciando perdere responsabilità o discussioni per prevenire che ciò accada, mi voglio concentrare e voglio portare all’attenzione di tutti una proposta, che se riscuote consenso potrebbe essere presa in considerazione. Parlare di costi di realizzazione e mantenimento senza nemmeno un progetto è prematuro, ma i costi attuali è necessario conoscerli, almeno per mettere sul piatto della bilancia

gli interventi di oggi con quelli che cercherò di descrivervi in questa proposta. Quindi mettiamo da parte la parte economica, certamente da tenere in considerazione ma che possiamo affrontare solo in seguito.

 Oggi in caso di incendio si mobilita la Protezione Civile, che con i mezzi a sua disposizione si reca sul posto ed agisce secondo le procedure, al massimo delle possibilità, alcune volte mettendo anche a rischio la vita: questi volontari fanno un intervento di cui possono andare fieri, personalmente li ammiro e li ringrazio, invitando tutti a fare altrettanto.

Ma cosa accade se non riescono a reperire la quantità di acqua necessaria a spegnere l’incendio? Cosa accade quando i focolai sono più di uno? Cosa accade quando il mare è molto mosso, oppure di notte, quando i mezzi aerei non possono operare?

I tecnici della Protezione Civile sapranno dare una risposta a queste ed altre domande ma, spinto dall’amore per l’isola in cui sono nato e che porto sempre dentro al cuore, io vorrei proporre di strutturare gli interventi di emergenza incendio sull’isola anche in altro modo.

 La mia idea è di utilizzare l’acqua del mare (ne abbiamo tanta e a costo zero). Per fare ciò si possono usare delle elettropompe ad immersione, accumuli per riuscire a portare ad una certa quota desiderata (es. la strada), dei punti di accessibilità all’acqua che possa permettere un facile rifornimento e in prossimità dei luoghi dove è più verosimile il verificarsi di un incendio. E’ sicuramente difficile prevedere dove accadrà, ma le statistiche possono aiutarci a fare un punto della possibile dislocazione. Su queste calate potremmo usufruire di punti di accessibilità all’acqua con attacchi pronti all’uso (importante specialmente dove non arrivano i mezzi meccanici).

 I punti sulla strada a mio parere potrebbero essere quattro, nel dettaglio i seguenti:

– sopra la panoramica con pompa a Capobianco

– sopra l’ospedale con pompa a Frontone

– giù al campo con pompa alla Marina di Cala Feola

– a Punta Incenso con pompa a Cala Fonte o a Cala Gaetano

Questa rete permetterebbe ai mezzi un facile accesso in caso di blocco stradale, sempre che i mezzi si trovino dalla parte giusta. L’ideale sarebbe avere due mezzi, in due zone opposte (Le Forna e Ponza), così che possano intervenire in modo più veloce ed efficace.

 Forse un risultato ancora migliore si potrebbe ottenere con l’utilizzo di desalinatori, che renderebbe l’operazione sicuramente più costosa ma meno dannosa per la vegetazione e potrebbero comunque essere utilizzati anche ad altri scopi.

 La proposta sopra descritta è sicuramente uno spunto da approfondire, se ne esiste la volontà, ed è stata formulata senza scendere nel dettaglio di problematiche di tipo pratico, come ad esempio il passaggio nelle proprietà private.

Ritengo tuttavia che tali problematiche siano facilmente superabili se tutti comprendono ed hanno a cuore il bene della popolazione e dell’isola, scopo e fine che mi muove nel formulare questa proposta.

Silverio Vitiello


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