La figura dei Vicari foranei è descritta nel Diritto Canonico ai canoni 553 – 555: è chiamato anche decano o arciprete il sacerdote preposto al vicariato foraneo, cioè alla vigilanza e al coordinamento di più parrocchie viciniori.
Il vicario foraneo è liberamente nominato dal Vescovo diocesano dopo aver consultato, a suo prudente giudizio, i sacerdoti che svolgono il ministero nel vicariato in questione.
La nomina del vicario foraneo, che non è strettamente legata alla titolarità di una parrocchia, è fatta per un periodo determinato e può sempre essere revocata dal Vescovo.
Nell’ambito della sua circoscrizione ha compiti di vigilanza e di coordinamento che si concretizzano nel:
— promuovere e coordinare l’azione pastorale comune;
— sorvegliare che i chierici conducano una vita consona al loro stato e adempiano diligentemente i loro doveri;
— provvedere a che le sacre celebrazioni siano svolte secondo le disposizioni liturgiche e sia mantenuto il decoro delle chiese e delle cose sacre;
— vigilare sulla perfetta tenuta dei libri sacri e su una oculata amministrazione dei beni ecclesiastici.
E’ da ricordare che le località di Minturno, di Formia e di Fondi sono state sedi episcopali nei secoli passati sino all’attuale assetto della diocesi; ed ecco i nominativi prescelti dall’Arcivescovo: per la Forania di Minturno don Massimo Capodiferro, attuale parroco di Maria Santissima Immacolata in Scauri; Forania di Formia don Carlo Lembo, attuale parroco del Carmine e di Santa Teresa d’Avila in Formia; Forania di Gaeta don Carlo Saccoccio, attuale parroco di San Giacomo Apostolo in Gaeta; Forania di Fondi don Guerino Piccione, attuale parroco di Santa Maria Maggiore e di San Michele Arcangelo in Itri.
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