Nel caotico traffico salernitano taglia il traguardo per prima la bicicletta, aggiudicandosi così la medaglia d’oro del Trofeo Tartaruga di Legambiente, la competizione tra i vari mezzi di trasporto per scoprire il modo più veloce, economico e meno inquinante per muoversi in città. La gara si è tenuta in occasione della tappa a Salerno del Treno Verde, la campagna di Legambiente e Ferrovie dello Stato Italiane per il monitoraggio dell’inquinamento atmosferico e acustico delle maggiori città italiane.
La bicicletta, guidata da Gianluca De Martino, presidente del circolo Legambiente Orizzonti di Salerno, ha impiegato 13 minuti per tagliare il traguardo, percorrendo l’intero percorso senza mai incontrare una pista ciclabile. A salire per secondo sul podio è lo scooter, guidato da Luigi Bisognodella Rete dei Giovani per Salerno che ha impiegato 18 minuti.
L’auto elettrica di Renault Twizy, guidata dalla giornalista Barbara Albero, arriva terza con 19 minuti. Taglia il traguardo per ultimaSerena Carpentieri, a bordo dell’autobus di linea, che ha impiegato 26 minuti. Anche in questo caso, nessun percorso protetto e preferenziale per il mezzo pubblico che ha sofferto del traffico cittadino, così come l’automobile.
“La bicicletta ha compiuto un vero e proprio miracolo – dichiara Gianluca De Martino, presidente del circolo Legambiente Orizzonti di Salerno –. Con soli 0,83 metri di pista ciclabile ogni cento abitanti e gli investimenti dell’amministrazione comunale di Salerno sulla ciclabilità del tutto inesistenti (dati 2011 da Ecosistema Urbano di Legambiente), ci chiediamo davvero come sia stato possibile per la bici arrivare in stazione e tagliare il traguardo per prima. In una città come Salerno, dove gran parte del territorio è pianeggiante, crediamo che lo spazio dedicato alle due ruote debba essere molto di più, per incentivare l’uso della bicicletta e garantire un percorso sicuro a chi comunque la usa abitualmente per i propri spostamenti. Ma, al di la delle infrastrutture necessarie, chiediamo all’amministrazione comunale di investire su una riprogettazione della città che tenga conto della mobilità ‘debole’ in un’ottica sistemica, a partire dalla riduzione della velocità delle automobili con l’estensione delle zone 30 e l’intermodalità tra i diversi mezzi di trasporto”.
Inclementi, infatti, i dati di Ecosistema Urbano di Legambiente, la XIX edizione del rapporto sulla qualità ambientale dei capoluoghi italiani, sulle politiche legate alla ciclabilità. Salerno è inchiodata agli ultimi posti della classifica nazionale delle città di media grandezza per quello che riguarda la lunghezza di piste ciclabili a disposizione dei cittadini. Solo 0,83m a disposizione ogni 100 abitanti in città mentre Reggio Emilia, la prima delle città di media grandezza per questo indicatore, dispone di ben 34,48m per 100abitanti.
Del tutto inesistenti gli investimenti nei servizi dedicati alle biciclette, come ad esempio cicloparcheggi di interscambio, bike-sharing, bicistazione, che fanno di Salerno tra le ultime delle città medie nella classifica nazionale nell’indice di ciclabilità. Risultato negativo, quello dell’autobus che si è classificato ultimo, che è conseguenza della difficile situazione che il trasporto pubblico e il Cstp, l’azienda gestrice del servizio, stanno vivendo proprio in queste ore.
Il Comune di Salerno e la Provincia hanno immesso nuova liquidità, ma i tagli al servizio previsti per prossimi anni sono notevoli in termini di chilometri percorsi. Senza contare che il rischio di fallimento della società non è stato ancora scongiurato.
“Siamo di fronte a tagli indiscriminati che hanno portato e porteranno a un peggioramento generalizzato del trasporto pubblico – dichiara Michele Buonomo, presidente di Legambiente Campania – Così non si fa altro che peggiorare la stessa qualità della vita delle persone e della città. Invece di razionalizzare non si fa altro che trasferire il problema economico dalle tasche degli enti pubblici a quelle dei cittadini che continueranno a pagare per avere servizi peggiori.
Ci sono alcune zone, come ad esempio il Cilento e il Vallo di Diano che sono completamente tagliate fuori. Razionalizzare non significa tagliare in maniera netta: occorre una maggiore intesa fra le istituzioni, i comuni dell’intera provincia devono necessariamente farsi carico della mobilità pubblica dei propri cittadini, occorre rilanciare il pubblico, riducendo anche le compagnie private che spesso si sovrappongono sulle stesse linee. Bisogna tagliare ciò che è inutile, non ciò che funziona. Ed è necessario investire ancora di più per rendere davvero integrato il sistema di trasporto pubblico, su gomma e su ferro, dando spazio davvero anche a servizi efficienti di bike sharing”.
Scopri di più da eu24news
Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.