Strasburgo – «Il rapporto Draghi descrive le priorità con le quali abbiamo accompagnato il percorso di avvicinamento alla nuova commissione europea». Queste le parole di Massimiliano Salini, deputato del gruppo PPE, soddisfatto del lavoro chiarificatore volto a risolvere le contraddizioni che, su più livelli, affliggevano temi come la competitività «tasto dolente degli ultimi 5 anni».
Secondo Salini il rapporto di Draghi si configura come la «proposta conclusiva di strumenti e obiettivi. Chi intende metterli in discussione non fa altro che mettere in discussione il futuro del mercato unico europeo e la sua possibilità di protagonismo nel mercato globale».

Aggiunge: «La commissione ha una chiara postura politica e culturale con 15 componenti del PPE, per cui la direzione è evidente ma il Parlamento ha anche il compito di contestarla, nel senso costruttivo del termine. Questo è il quadro entro cui ci muoviamo, i nomi sono all’altezza della sfida come lo sarà sicuramente il commissario e vicepresidente Fitto, garanzia di atteggiamento pre-europeo consapevole delle esigenze italiane».

Sul green «Draghi non nega prospettive rispetto ad una economia più sostenibile anzi gli dà più concretezza, come nella definizione del calcolo del prezzo dell’energia. Dobbiamo evitare di cadere nelle contraddizioni del passato».


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