ROMA – Stamattina si è tenuta la Conferenza stampa di presentazione del Rapporto sulla competitività dell’Unione Europea dell’ex Presidente del Consiglio italiano e ex Direttore della Banca Centrale Europea Mario Draghi, insieme alla neo-rieletta presidente della Commissione Europea Ursula Von del Leyen. Nel discorso di presentazione del suo lavoro, Draghi ha fatto una panoramica della sua analisi e delle proposte raccolte in oltre quattrocento pagine di rapporto. Lo scopo dichiarato è quello di riformare l’UE in modo tale da renderla strutturalmente adatta agli obiettivi economici, ambientali e politici che si è predisposta. Per farlo, Draghi ha fornito alcuni esempi delle oltre 170 proposte da attuare per raggiungere quegli obiettivi.
Tendenzialmente, la politica Ue ha risposto positivamente alle dichiarazioni di Draghi. Weber (PPE) ha dichiarato che «riconquistare la competitività economica dell’Europa è cruciale per il nostro futuro». Sulla stessa linea anche Zingaretti (S&D), dichiarando che «il rapporto che Mario Draghi ha presentato in Commissione europea sulla competitività dell’Ue indica la via corretta per il futuro dell’Europa ed è una sana frustata sulle pigrizie e le omissioni degli Stati nazionali» aggiungendo poi che il Rapporto «indica l’obiettivo dell’integrazione e degli investimenti, sul modello PNRR, come la strada da percorrere per costruire l’Europa che serve». Dello stesso parere anche Gozi (Renew), il quale ha posto l’accento sul ruolo geopolitico che l’Europa si appresta ad avere: «Dalla riforma delle istituzioni per rafforzare l’efficacia e la legittimità dell’Unione, agli investimenti per vincere la sfida economica globale con Usa e Cina, fino alla creazione di una difesa realmente europea: dobbiamo mostrare coraggio e determinazione per trasformare l’Ue in una vera potenza sovrana, democratica e competitiva».
Una posizione più critica è stata assunta dal Movimento 5 Stelle (anche in ragione dei trascorsi turbolenti con lo stesso Draghi, che hanno poi portato alla caduta del suo governo), attraverso le parole di Pasquale Tridico, ex presidente di INPS ora eurodeputato cinquestelle, che ha sottolineato come «il rapporto Draghi contiene un lucido atto di accusa contro le politiche neoliberiste sulle quali poggia l’attuale impalcatura europea. Tuttavia, è lecito chiedersi: dov’era Draghi quando l’UE approvava la riforma del Patto di Stabilità che è incompatibile con i maggiori investimenti in innovazione e transizione green che adesso richiede?».
Una posizione intransigente è quella del Senatore Claudio Borghi, candidato con la Lega alle scorse Europee, che su X ha espresso tutta la sua contrarietà al contenuto del Rapporto. «Ogni riga del rapporto Draghi rappresenta un pericolo mortale per l’Italia» ha affermato, concludendo che «in pratica Draghi non vede l’ora di farci fare la Grecia per vendetta». Borchia, capo delegazione della Lega a Bruxelles, sottolinea l’incoerenza della maggioranza, accogliendo il discorso di Draghi e ricordando che «da anni la Lega chiede a gran voce riforme senza precedenti e un deciso cambio di passo per l’Ue. E da tempo sosteniamo che ‘se non può più fornire pace, equità, libertà, prosperità, l’Ue non ha motivo di esistere’. Il fatto che oggi lo dica pure Draghi e che lo applaudano tutti quelli che in Europa per decenni hanno tirato le fila è significativo».
Fratelli D’Italia, tramite Carlo Fidanza, mantiene una posizione equilibrata, sottolineando le criticità del passato, soprattutto legate alle posizioni della sinistra ambientalista europea: «Il rapporto Draghi ha il merito innegabile di richiamare l´Ue alla concretezza delle grandi sfide e di scrivere finalmente la parola “fine” su una stagione dominata troppo a lungo da una dannosa ideologia ultra-ambientalista e anti-industriale».
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