Bruxelles – “Voglio essere chiaro: non sono qui per rappresentare un partito politico. Non sono qui per rappresentare uno Stato membro. Sono qui oggi per affermare il mio impegno per l’Europa. Sono consapevole dei requisiti imposti ai membri della Commissione in base ai trattati e al codice di condotta. Se confermato, le rispetterò rigorosamente e sempre agirò soltanto nell’interesse della nostra Unione e dei nostri cittadini”. Inizia così l’audizione del candidato Commissario Raffaele Fitto, attualmente Ministro italiano per gli affari europei, le politiche di coesione e PNRR.
Rispetto alla linea che vorrà adottare, Fitto ha intimato la necessità di una nuova politica di coesione, più flessibile e meno costosa, che “va semplificata innanzitutto per le piccole e medie imprese, per consentire loro di poter usufruire dei fondi”. Ha chiarito, inoltre, che il suo ruolo e il suo potere vanno di pari passo con la volontà degli Stati membri. Sono questi, infatti, gli attori principali nella ridefinizione del bilancio dell’Ue. Insiste, perciò, sull’importanza di “lavorare insieme”.
Lo sguardo della Commissione per quanto riguarda le politiche di coesione, che sono “al cuore dell’integrazione europea”, è focalizzato sulle “isole, sulle regioni remote e sulle aree rurali” oltre che sulle città. “E’ molto importante – continua – lavorare per un ruolo centrale dei territori, perché solo guardando le specificità possiamo comprendere quanto siano necessarie le scelte da mettere in campo. La politica di coesione deve dare risposte a queste nuove domande. Penso che insieme si possa fare un ottimo lavoro in questa direzione”.
Dopo il suo discorso iniziale, Fitto è stato sottoposto alle domande dei parlamentari. All’eurodeputata olandese dei Democraten 66 (Renew) Raquel Garcia Hermida Van der Walle, che gli chiedeva se si impegnerà per applicare nella politica di coesione il meccanismo di condizionalità che protegge i fondi Ue dalle violazioni dello Stato di diritto, Fitto ha risposto ricordando di aver partecipato in “diverse occasioni al dialogo in Consiglio Affari Generali sullo stato di diritto. Potrà su documenti ufficiali andare a verificare qual è stata la posizione che io in rappresentanza del mio governo ho assunto in quella circostanza. Se poi, invece, la domanda precisa è, per essere chiari, qual è il mio pensiero sullo Stato di diritto, io le dico che l’articolo due del Trattato, che prevede che lo Stato di diritto è un valore fondante dell’Unione Europea, per quanto mi riguarda è un punto essenziale e fondamentale del mio impegno europeo”.
Fitto è stato attaccato anche dall’eurodeputata Ana Miranda Paz, del Bloque Nacionalista Gallego (partito nazionalista galiziano di sinistra, gruppo Verdi/Ale), che ha definito la carriera politica dell’attuale ministro come una “traiettoria di connivenza con il fascismo”, e che è un esempio di “estrema destra ripulita”. Accusato di non aver permesso all’eurodeputata ecologista Guarda, in maternità, di poter assistere ed intervenire da remoto, Fitto si è difeso dicendo che “non è una mia scelta, come lei sa. Però le dico di più: ho contattato l’onorevole Guarda e ho avuto un incontro da remoto con lei, parlando dei temi di cui ci stiamo occupando oggi”.
Fitto ha poi concluso la sua audizione, con applausi convinti da parte dei parlamentari, citando Alcide De Gasperi come uno dei padri fondatori dell’Unione europea, una figura a cui lui dice di ispirarsi “per il suo impegno per l’Europa” e a cui “dobbiamo guardare per una prospettiva credibile”.
Secondo alcune agenzie, le commissioni europarlamentari che devono pronunciarsi sull’audizione dei sei vicepresidenti non lo faranno oggi. La questione più complicata riguarda proprio Fitto e la spagnola Ribera, che verrà ascoltata oggi pomeriggio. Non è ancora chiaro quando verranno rese note le valutazioni delle commissioni ed è possibile, inoltre, che venga richiesta la simultaneità delle valutazioni per evitare ritorsioni sul giudizio del candidato di un partito avverso.
Una volta completata la valutazione, entro 24 ore i coordinatori dei gruppi delle commissioni europarlamentari devono inviare una lettera di raccomandazione riservata, che sarà presa in esame dalla conferenza dei presidenti di commissione e poi trasmessa alla conferenza dei presidenti del Parlamento.
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