(AGENPARL) – Roma, 01 ago – “Ieri in commissione sviluppo economico è stato approvato all’unanimità un documento sulle concessioni a fini turistici di aree del demanio marittimo che ha dello sconcertante: senza che i Piani di utilizzazione degli arenili vengano approvato singolarmente da tutti i comuni interessati la Regione tenta di approvare autorizzazioni di nuove aree in un unico pacchetto che racchiude tutti i comuni costieri. In particolar modo Gaeta, Ponza ed altri vedono rilasciate autorizzazioni che sul documento da approvare sono segnalate con aree rosse sulla cartografia. Non vi sono specifiche sul tipo di utilizzo, su chi è il soggetto che ne richiede l’uso e in contemporanea si concede alle strutture “non fisse” di rimanere permanentemente ad occupare l’area. Non si parla solo di ombrelloni ovviamente ma anche di pontili, boe ed altro. Viene anche previsto probabilmente un pontile nell’isola di Palmarola oltre a campi boe su praterie di poseidonia a Ponza.” Lo dichiara in una nota il consigliere regionale dell’Italia dei Valori, Anna Maria Tedeschi.
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“Tra l’altro – continua Tedeschi – entro circa due anni queste aree, a causa dell’entrata in vigore della direttiva europea, dovrebbero essere sottoposte a bando pubblico per i soggetti che ne richiedano la gestione, cosa che eliminerebbe finalmente l’occupazione a vita di suolo demaniale pubblico da parte dei soliti soggetti che da decenni hanno praticamente occupato tutto l’occupabile. Questa misura si va ad incastrare benissimo anche con il Piano Casa della Giunta Regionale facendo aumentare anche le cubature esistenti di cio’ che è stato costruito.”
“Chiediamo che le mappe in allegato alla proposta di delibera consiliare vengano tolte dal documento e si passi per l’iter di approvazione dei PUA consueto ovvero prima tramite l’approvazione nei Comuni e poi con l’analisi in Regione.” Aggiunge Adeele Conte, responsabile del dipartimento antimafia dell’Italia dei valori Lazio. “Non si puo’ chiedere e pensare di approvare alla cieca una marea di nuove aree date in concessione a privati senza conoscere nemmeno l’identità dei concessionari, l’uso specifico e le attrezzature che verranno apposte in ogni luogo. Molte delle aree sono poi soggette a vincoli di vario tipo – conclude Conte – e certe operazioni rischiano di snaturare il paesaggio naturalistico.”
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