Bruxelles (eu24news.eu) — La diplomazia internazionale potrebbe vivere una svolta storica: secondo la Casa Bianca, Vladimir Putin avrebbe accettato in linea di principio un incontro con Zelensky. La sede più accreditata sarebbe Budapest, anche se dal Cremlino non è ancora arrivata alcuna conferma ufficiale. Il progetto, voluto e spinto da Donald Trump, punta a un bilaterale tra i due leader che potrebbe aprire la strada a un summit trilaterale con la partecipazione dello stesso presidente americano.
Un vertice delicato e non ancora definito. Fonti diplomatiche indicano che l’incontro potrebbe svolgersi entro due settimane, con la capitale ungherese in pole position, ma con altre città — da Ginevra a Doha — considerate possibili alternative. La portavoce della Casa Bianca, Karoline Leavitt, ha scelto la formula del “né confermo né smentisco”, lasciando aperta ogni opzione. Intanto, Trump ha dichiarato che sia Putin sia Zelensky hanno chiesto la sua presenza e quindi anche il Presidente americano sarà presente ai negoziati. Una mossa che rafforza l’immagine del tycoon come aspirante mediatore della pace.
Trump: nessuna truppa, ma supporto aereo possibile. Nel frattempo, Trump ha ribadito che gli Stati Uniti non invieranno truppe a terra in Ucraina, ma non esclude un coinvolgimento aereo a sostegno delle forze ucraine e degli alleati NATO. Il leader repubblicano ha usato toni che oscillano tra realpolitik e ambizione personale; non è un segreto che Trump miri a essere candidato a un futuro Nobel per la Pace.
Zelensky: “Abbiamo ottenuto garanzie forti”. Il presidente ucraino, intanto, ha definito ottimi i colloqui avuti a Washington, parlando di garanzie di sicurezza concrete sostenute da un pacchetto europeo da 90-100 miliardi di dollari e da nuove forniture di armi americane. Ma la realtà sul campo rimane drammatica: la notte scorsa, la Russia ha lanciato oltre 60 droni e un missile balistico contro Odesa, Sumy e Donetsk. Le difese ucraine hanno intercettato gran parte degli attacchi, ma si registrano danni alle infrastrutture energetiche e vittime civili.
Mercati: entusiasmo in Europa, cautela a Wall Street. Sul fronte economico gli sviluppi politici hanno avuto riflessi immediati sui mercati. In Europa le borse hanno toccato i massimi degli ultimi sei mesi, trainate dalle speranze di una de-escalation diplomatica. Male invece i titoli della difesa, in calo del 3%. Negli Stati Uniti, l’andamento è stato più contrastato: il Dow Jones ha segnato un lieve rialzo, mentre il Nasdaq ha sofferto un forte sell-off tecnologico. Gli investitori attendono con attenzione il discorso del presidente della Federal Reserve, Jerome Powell, a Jackson Hole, dove potrebbe arrivare l’annuncio di un taglio dei tassi in autunno.
Verso una pace difficile. La diplomazia guidata da Trump muove i primi passi, ma l’eventuale summit Zelensky-Putin resta avvolto da incertezze: Mosca non ha ancora confermato, il terreno di scontro rimane incandescente e il tempo stringe. Eppure l’eco di un possibile negoziato si è già fatta sentire: l’Europa spera, gli USA attendono e i mercati diventano il vero barometro politico della crisi.
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