Bruxelles (eu24news.eu) – La Commissione europea presenta il nuovo Pacchetto Reti, un progetto che punta a ridisegnare l’infrastruttura energetica dell’Unione e a renderla capace di sostenere la transizione verso energia pulita e più accessibile. L’obiettivo è chiaro: far viaggiare l’elettricità in modo più efficiente, ridurre le bollette, aumentare la sicurezza energetica e liberare definitivamente l’Europa dalla dipendenza dalle importazioni, soprattutto dalla Russia.

I numeri spiegano l’urgenza: i costi di congestione della rete sono già arrivati a 5,2 miliardi nel 2022 e, senza interventi, potrebbero toccare 26 miliardi entro il 2030. E entro il 2040 rischiano di andare dispersi fino a 310 TWh di rinnovabili, quasi metà del consumo elettrico dell’UE nel 2023. Al contrario, una rete davvero integrata garantirebbe risparmi annuali fino a 43 miliardi, scambi transfrontalieri di energia in crescita del 50% e un impatto da 18 miliardi sul PIL europeo.

Il Pacchetto Reti introduce un cambio di approccio: la pianificazione diventa veramente europea, con procedure accelerate e una ripartizione dei costi più equa nei progetti transfrontalieri. Si punta sia a sfruttare meglio le reti esistenti, sia a velocizzare i nuovi interventi, creando un’infrastruttura capace di sostenere l’elettrificazione e di accogliere più energia pulita. I progetti strategici individuati da Bruxelles – le otto Autostrade dell’Energia – saranno trattati come priorità UE, e la Commissione lavorerà affinché gli Stati membri li considerino prioritari anche a livello nazionale.

La questione dei costi resta centrale. Nel 2024 i prezzi dell’elettricità industriale europei hanno raggiunto 0,199 €/kWh, mentre Cina e Stati Uniti viaggiano intorno alla metà. Nel 2025 le tariffe per i consumatori oscillano tra 0,3835 €/kWh in Germania e 0,104 in Ungheria. Per Bruxelles, una parte significativa di questa distanza deriva proprio dal ritardo degli investimenti nelle infrastrutture.

Da qui la previsione più pesante: serviranno 1,2 trilioni di euro da oggi al 2040 per reti elettriche moderne e integrate, di cui 730 miliardi solo per la distribuzione e 240 miliardi per le reti dell’idrogeno. Il budget europeo già contribuisce, ma non basta: nel prossimo bilancio pluriennale Bruxelles propone di rafforzare il Connecting Europe Facility, portandolo da 5,8 a quasi 30 miliardi.

La posta in gioco è la competitività stessa dell’Europa. Senza un’infrastruttura adeguata, la transizione energetica rischia di rimanere un esercizio teorico: le reti sono il punto di partenza per garantire energia più accessibile, imprese più forti e un sistema meno esposto agli shock dei prezzi globali.


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