Bruxelles – Al Parlamento europeo, i conservatori ottengono la presidenza di tre commissioni e varie vicepresidenze, grazie al sostegno del centrodestra.

Il recente ritiro di potere del gruppo dei Riformisti e Conservatori (ECR) di Giorgia Meloni nelle commissioni del Parlamento europeo segna un cambiamento significativo nel panorama politico di Bruxelles, nonostante Fratelli d’Italia non abbia ottenuto una presidenza di alto profilo. La conquista di tre presidenze, tra cui Agricoltura e Bilancio, insieme a numerose vicepresidenze, è vista come una vittoria “senza precedenti” dal portavoce del partito a Bruxelles, Nicola Procaccini, che ha sottolineato l’importanza del sostegno del Partito Popolare Europeo (PPE).

Il nuovo assetto delle commissioni riflette la complessità della maggioranza “Ursula 2.0”, che ufficialmente si basa su popolari, socialisti e liberali, ma mostra un crescente allineamento strategico tra il PPE e i conservatori di Meloni, suggerendo una possibile alleanza per spingere riforme. La situazione mette in evidenza come l’ultradestra meloniana stia guadagnando terreno, mentre altre formazioni di estrema destra, come quelle collegate a Viktor Orban, Marine Le Pen e Matteo Salvini, restano ai margini, esclusi dalle posizioni di potere.

Le elezioni nelle commissioni hanno visto l’elezione di Veronika Vrecionová alla presidenza della Commissione Agricoltura e Bogdan Rzońca alla Commissione Petizioni, quest’ultima strategica per il dibattito sulle iniziative dei cittadini. La presenza di sei vicepresidenti italiani del ECR (Fratelli d’Italia) in vari settori indica un buon risultato per il partito, specialmente rispetto alla legislatura precedente, in cui il numero di vicepresidenze era limitato.

Le polemiche non sono mancate, con i Verdi che hanno protestato per l’elezione di un vicepresidente accusato di razzismo. Tuttavia, la strategia di voto a scrutinio segreto ha giocato a favore dei conservatori, consentendo ai deputati del PPE di esprimere liberamente il proprio sostegno.

In sintesi, l’alzata di testa di Fratelli d’Italia e della sua rappresentanza nel Parlamento europeo potrebbe preludere a futuri alleanze e a un cambiamento nel discorso politico a Bruxelles, mentre le formazioni di estrema destra rimangono marginalizzate. La continua evoluzione della situazione sembra suggerire che vi siano dinamiche in corso che potrebbero alterare ulteriormente l’equilibrio del potere nel Parlamento europeo.


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