New York (eu24news.eu) – All’80ª Assemblea Generale delle Nazioni Unite, la premier Giorgia Meloni ha descritto la condizione internazionale con una formula netta: siamo sospesi tra guerra e pace”. Un’immagine che ha fatto da filo conduttore al suo intervento, toccando Medio Oriente, Ucraina, Africa, clima, migrazioni e il tema della riforma delle istituzioni globali.

Medio Oriente: equilibrio difficile.  Sul conflitto israelo-palestinese, Meloni ha dichiarato che Israele ha superato i limiti infliggendo conseguenze sproporzionate ai civili palestinesi, ma ha ribadito che Hamas ha scatenato il conflitto. Ha poi indicato due condizioni imprescindibili per il riconoscimento dello Stato di Palestina: il rilascio immediato degli ostaggi israeliani e l’esclusione di Hamas da qualsiasi ruolo politico. Una posizione che cerca di bilanciare fermezza e pragmatismo, pur dentro uno scenario diplomatico complesso.

Ucraina: il diritto internazionale violato.  Sul fronte dell’Ucraina, la premier ha denunciato la responsabilità della Russia, accusata di aver ferito profondamente il diritto internazionale e violato l’articolo 2 della Carta ONU, che tutela la sovranità e l’integrità territoriale degli Stati. L’Italia si conferma quindi allineata alla difesa del multilateralismo e dei principi fondativi dell’ordine internazionale.

Clima ed economia: la sfida dell’ecologismo.  Uno dei passaggi più discussi ha riguardato le politiche ambientali. Meloni ha avvertito che un ecologismo ideologico rischia di produrre deindustrializzazione, minacciando crescita e competitività. Una posizione che apre un dibattito delicato: come coniugare la necessità di una transizione ecologica urgente, sostenuta dalla comunità scientifica internazionale, con la salvaguardia delle economie industriali e dell’occupazione.

Africa e migrazioni: cooperazione e responsabilità. Meloni ha ribadito, poi, la volontà dell’Italia di svolgere un ruolo centrale nei rapporti con l’Africa, attraverso investimenti infrastrutturali, partenariati e gestione condivisa delle migrazioni. Una prospettiva ambiziosa, che dovrà però misurarsi con la disponibilità di risorse, la stabilità dei governi locali e la capacità europea di sostenere strategie comuni.

ONU e multilateralismo: istituzioni da riformare.  Al centro del discorso anche la critica all’inefficacia del Consiglio di Sicurezza e delle istituzioni internazionali. Meloni ha sottolineato la necessità di riformare le Nazioni Unite, ricordando che il rispetto delle regole non può dipendere dalla volontà dei più forti. Un tema che tocca la credibilità stessa del sistema multilaterale e la sua capacità di rispondere a crisi globali.

Il discorso della Premier è stato un esercizio di ambizione diplomatica: proporre l’Italia come ponte tra fronti contrapposti, critica ma non isolata, presente nei grandi dossier globali. I punti di forza, senza dubbio, risiedono nella chiarezza con cui Giorgia Meloni ha denunciato violazioni e squilibri, e nell’attenzione a più scenari contemporaneamente. I nodi critici emergono invece sulla questione ambientale, che richiede visioni meno contrapposte, e sulla necessità di tradurre le parole in azioni concrete.

In un mondo frammentato, l’Italia si propone come voce autonoma e responsabile. Ma la sospensione tra guerra e pace richiede più di dichiarazioni: servono strategie operative, alleanze solide e la capacità di incidere davvero nei processi globali.


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