Lagarde rilancia l’euro: “Serve un’Europa più coraggiosa”

Bruxelles (eu24news.eu) – Nel corso del question time presso la commissione ECON del Parlamento Europeo, la Presidente della BCE, Christine Lagarde, ha posto con forza la questione del futuro ruolo internazionale dell’euro. Un tema che travalica i confini della politica monetaria e tocca il cuore del progetto europeo: l’autonomia strategica.

La presidente della Banca centrale europea ha parlato di un’euro capace di diventare un’ancora di fiducia globale, ma solo se l’Unione avrà il coraggio di completare la propria architettura economica. “Più integrazione, mercato unico compiuto, unione bancaria pienamente operativa e nuovi accordi commerciali”: questa la ricetta di Lagarde per un’Europa che non si limiti a reagire, ma scelga di guidare il cambiamento.

Nel confronto con gli eurodeputati, però, non sono mancati i dubbi. Un euro più forte, hanno osservato alcuni, rischia di penalizzare la competitività delle esportazioni europee. Lagarde ha ribattuto che la solidità della moneta è un valore di stabilità, non un freno alla crescita, e che la credibilità dell’euro è un bene comune da difendere.  Ampio spazio anche al tema dell’euro digitale, destinato a diventare un pilastro della futura architettura finanziaria europea. L’obiettivo è rafforzare la sovranità monetaria dell’UE in un contesto in cui gli Stati Uniti accelerano sulle monete digitali private e regolamentate.

Sui tassi d’interesse, Lagarde ha confermato la linea di prudenza della BCE: nessuna decisione anticipata, ma un approccio basato sui dati. La fase di disinflazione appare ormai alle spalle e le prospettive di crescita migliorano, pur restando fragili. Restano tuttavia le preoccupazioni per la situazione fiscale di alcuni Paesi dell’area euro e per il rischio di contagio tra bilanci nazionali. Il messaggio politico è chiaro: l’Europa deve scegliere se restare vincolata ai propri equilibri interni o diventare una potenza monetaria capace di dettare le regole del gioco. Lagarde ha indicato la direzione; spetta ora ai governi decidere se seguirla o restare fermi sulla difensiva.