Strasburgo – ’Italia si conferma nel 2024 lo Stato che ha versato il maggiore importo per indennizzare le vittime di violazioni dei diritti umani accertate dalla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo (CEDU). Secondo il rapporto annuale del Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa, pubblicato il 19 marzo, il nostro Paese ha sborsato 13,7 milioni di euro, superando tutti gli altri membri, con la Turchia al secondo posto ma a notevole distanza. Un calo rispetto ai 22,6 milioni del 2023, in linea con la diminuzione complessiva degli indennizzi europei, passati da 52,5 a 43,6 milioni di euro.

Nonostante i pagamenti, l’Italia fatica a tenere il passo con l’esecuzione delle sentenze. Dei 992 casi monitorati nel 2024, 310 sono italiani, con un aumento rispetto ai 249 del 2023. Solo 15 casi sono stati chiusi, contro i 25 dell’anno precedente, mentre 3.916 restano pendenti a livello europeo, di cui molti legati a problemi strutturali italiani. Tra le violazioni più frequenti spiccano l’inquinamento ambientale e le detenzioni illegittime in strutture psichiatriche, che continuano a generare condanne e costi.

Il rapporto evidenzia che, sebbene l’Italia abbia risarcito 89 casi, ne ha ancora 80 in sospeso, denunciando ritardi cronici nelle riforme necessarie per evitare nuove violazioni. Un quadro che interpella il Paese non solo sul piano economico, ma soprattutto su quello della tutela effettiva dei diritti umani.

#CEDU2024 #ItaliaIndennizzi #DirittiUmani #ConsiglioEuropa #RiformeStrutturali #Inquinamento #DetenzioneIllegittima




Scopri di più da eu24news

Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.