(reuters)

Roma – Nella giornata di ieri, le anticipazioni di Axios sul raggiungimento di un accordo definitivo sulla liberazione degli ostaggi israeliani e il cessate il fuoco nella Striscia di Gaza sono state poi confermate ufficialmente. A partire da ieri sera, infatti, è entrato in vigore un accordo tra il gruppo militare Hamas e Israele.

L’accordo si struttura in tre fasi: la prima fase, della durata di sei settimane, prevede il rilascio di trentatré ostaggi israeliani (donne, bambini, anziani e adulti malati) in cambio di trenta prigionieri palestinesi per ogni israeliano e cinquanta per ognuna delle cinque soldatesse rapite da Hamas. È stato previsto anche l’ingresso di seicento camion di aiuti umanitari al giorno nel territorio controllato dai palestinesi. Le forze dell’IDF dovranno poi ritirarsi dal corridoio Netzarim. La seconda fase prevederà il ritiro integrale delle forze israeliane dalla Striscia e la liberazione di tutti gli ostaggi da parte di Hamas, mentre la terza prevede la restituzione dei corpi degli ostaggi uccisi alle rispettive famiglie e l’inizio di un piano di ricostruzione di Gaza. I dettagli della seconda e della terza fase saranno determinati nel corso della prima fase.

L’accordo è stato raggiunto alla fine di una lunga trattativa che ha avuto come mediatori Qatar, Stati Uniti ed Egitto. Il Presidente americano Biden ha rivendicato il successo delle trattative, affermando che “i termini sono esattamente quelli proposti dalla mia amministrazione lo scorso anno”.

Nella tarda serata di ieri, però, il ministro delle Finanze israeliano, ed esponente di un partito sionista di estrema destra, ha annunciato che i membri del suo partito avrebbero votato contro l’accordo, definendolo “cattivo e pericoloso per la sicurezza dello Stato d’Israele”.

Stamattina, l’ufficio di Netanyahu ha dichiarato che Hamas si è tirata indietro su alcune parti dell’accordo, creando una crisi dell’ultimo minuto. Ha anche annunciato che “il governo israeliano non si riunirà finché i mediatori non notificheranno che Hamas ha accettato tutti gli elementi dell’accordo”. Non ci sono conferme di ripensamenti da parte di Hamas, anche se è vero che i processi decisionali al suo interno sono poco chiari, soprattutto in ragione di una gestione del potere diffusa e di una leadership divisa tra i negoziatori in Qatar e i capi militari nascosti nei tunnel sotterranei nella Striscia di Gaza.

In ogni caso, l’alto funzionario di Hamas Izzat el-Risheq ha negato le accuse fatte pervenire dall’ufficio del primo ministro israeliano, dichiarando che il gruppo militare Hamas conferma l’impegno preso “a rispettare l’accordo annunciato ieri dai mediatori”.

Secondo la tv pubblica israeliana Kan, il motivo del ritardo nell’annuncio del cessate il fuoco da parte del governo israeliano è causato da un contrasto tra Netanyahu e Smotrich avvenuto nella notte che, secondo la fonte, rende quest’ultimo “una vera minaccia per la sopravvivenza del governo”.


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