Roma (eu24news.eu) – “Nei prossimi 15-20 anni i consumi energetici dell’Italia raddoppieranno”. È l’allarme lanciato dal ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin, che ha anche aggiunto che la transizione climatica non può essere guidata da ideologie, ma da scelte pragmatiche condivise dai capi di governo.
Intervenendo con un videomessaggio alla Conferenza nazionale delle Camere di commercio il Ministro, ha ribadito la necessità di includere il nuovo nucleare tra le soluzioni energetiche per raggiungere gli obiettivi ambientali, sottolineando il ruolo dell’Italia nel promuovere un approccio tecnologicamente neutro e basato su evidenze scientifiche. Per il ministro, non basteranno fotovoltaico ed eolico a sostenere la domanda crescente: il futuro sarà un mix energetico, in cui anche l’atomo moderno e sicuro dovrà trovare spazio.
La linea è chiara: nei prossimi mesi arriverà in Parlamento la legge delega sul nucleare sostenibile, con l’obiettivo di definire entro il 2026-2027 un quadro normativo stabile che consenta di riportare l’Italia tra i Paesi che investono in questa tecnologia. Un passaggio che potrebbe segnare una svolta storica, dopo oltre trent’anni di stop e un referendum che aveva archiviato la stagione atomica.
Il governo guarda alle nuove generazioni di reattori modulari (SMR e AMR), più compatti e sicuri rispetto alle vecchie centrali, capaci di garantire energia continua senza emissioni di CO₂. Una prospettiva che, secondo Pichetto Fratin, è necessaria per garantire autonomia, competitività e sicurezza in un contesto in cui la domanda cresce e le sole rinnovabili non bastano a coprire i fabbisogni.
Resta aperto il fronte delle criticità: dai costi di realizzazione ai tempi lunghi, fino alla gestione dei rifiuti radioattivi e al consenso dei territori, senza il quale nessun impianto potrà vedere la luce. Ma il segnale politico è forte: l’Italia non può più limitarsi a rincorrere gli altri Paesi europei; deve affrontare la questione energetica con strumenti adeguati e con uno sguardo al futuro. Il ritorno al nucleare divide l’opinione pubblica, ma i numeri parlano chiaro: se i consumi raddoppieranno, servono scelte coraggiose.
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