Sabaudia – Il Centro di documentazione Angiolo Mazzoni presta il suo tepore monumentale all’ evento di presentazione del Patto di gemellaggio tra i Comuni di Sabaudia, Ventotene, Valsavarenche e Torre Pellice. Nato da una collaborazione con l’Istituto di studi federalisti Altiero Spinelli e la Fondazione Emile Chanoux, l’accordo sancito tra le realtà territoriali è un inno alla storia che fa vibrare di nuova vita racconti del passato reimmettendo nelle arterie della coscienza contemporanea la passione della cultura federalista.

Ha il sapore rassicurante dell’eterno ritorno la genesi del progetto che ha respirato la prima boccata d’aria a Ventotene, proprio negli stessi luoghi dove Altiero Spinelli, nel 1944, ha concepito Il Manifesto che ha plasmato il mondo come lo conosciamo noi oggi. “Ventotene è il simbolo dell’Europa, è stata riconosciuto come patrimonio europeo da una risoluzione del Parlamento. La sua storia parla del confino che ha visto nascere l’unione di più intelligenze, una sinergia che ha portato alla costruzione del progetto Per un’Europa libera e unita al Manifesto di Ventotene, scritto da Altiero Spinelli. Torre Pellice e Valsavarenche si legano in questo contesto europeo perché in quegli ambiti, durante la seconda guerra mondiale, la storia del federalismo europeo militante si è allacciata con la tradizione dell’autonomia, del federalismo interno e della lotta antifascista che è stata fatta in quei territori. Queste realtà insieme costruiranno un percorso che non è soltanto legato alla promozione della storia ma anche alla possibilità di mettere insieme le loro esperienze di tradizioni locali. Speriamo di poter allargare ulteriormente questo contesto per poter costruire, tracciando una nuova narrazione partendo dal basso, partendo dalle comunità, dai piccoli centri, la grande Europa” spiega Mario Leone, Direttore dell’Istituto Spinelli.

La platea di studenti e studentesse appartenenti agli istituti superiori del comune di Sabaudia ha assistito durante il corso dell’evento al susseguirsi di interventi che, come pezzi di puzzle, hanno ricomposto la geografia di una cultura dall’itinerario ben preciso. Quando si mettono radici in un luogo sicuro la definizione di casa viene data per scontata e troppo spesso la fatica del tragitto si incancrenisce fino a sparire del tutto, per questo tornare sui nostri passi è fondamentale per capire chi siamo e qual è il nostro scopo. A proposito di ciò, Mario Leone racconta come “la cultura federalista è visceralmente legata alla cultura della pace e dà una soluzione definitiva a quelle che sono le aporie del nazionalismo. Dove il nazionalismo divide il federalismo unisce perché la cessione di una parte della propria sovranità nazionale consente di poter mettere insieme le risorse, di poter decidere insieme del futuro non soltanto dell’Europa ma dell’umanità. Lo stesso Manifesto di Ventotene parla degli Stati in Europa come di un progetto intermedio per la costruzione di una Federazione mondiale. Mettere insieme le risorse significa anche poter avere maggiore potenzialità di intervento laddove è necessario intervenire nel rispetto sempre di quello che è la tradizione, la nazionalità che ogni singolo Stato ha. Il federalismo è un patto inscindibile tra Stati e tra cittadini. Questa Unione che noi proponiamo è un’unione che punta ad un valore fondamentale: la costruzione della pace”.

Tendere al futuro, affidarsi alle nuove generazioni e al senso critico che solo una conoscenza profonda del passato può fornire, è l’arma più potente che abbiamo per non cadere nel sonno della ragione. “Penso che ci sia ancora molto lavoro da fare. Ciò che che manca sono degli aspetti finalizzati a pervenire a un’integrazione completa, in particolare abbiamo carenze sotto il profilo che riguarda lo strumento di difesa e sicurezza comune. E una cosa quanto mai necessaria, soprattutto alla luce di quello che si sta verificando ai confini dell’Unione dell’Unione Europea. Tuttavia, quello che io ritengo estremamente importante è che la sintesi dell’incontro odierno che si è tenuto qui a Sabaudia è trasferire ai giovani le conoscenze indispensabili e l’entusiasmo di credere in un’Unione Europea vera” conclude il sindaco del comune di Sabaudia Alberto Mosca.


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