L’Unione Europea cambia rotta sulla crisi in Medio Oriente: Kallas e von der Leyen chiedono il ripristino degli aiuti umanitari e valutano sanzioni contro Israele.

Bruxelles (eu24news) – L’Unione Europea ha espresso una condanna chiara dell’operazione militare israeliana a Gaza. La responsabile della politica estera UE, Kaja Kallas, ha dichiarato che “l’uso sproporzionato della forza e la morte di civili non possono essere tollerati”.

Questa presa di posizione rappresenta un cambio di direzione rispetto alle precedenti dichiarazioni europee, maturata in seguito alla decisione di occupare la Striscia di Gaza, presa dal governo israeliano all’inizio di maggio. L’occupazione ha portato a un ulteriore aggravamento delle condizioni della popolazione, già sottoposta a bombardamenti dall’inizio di marzo.

Uno degli aspetti più drammatici della situazione a Gaza è il blocco degli aiuti umanitari, in corso ormai da quasi tre mesi. I pochi convogli lasciati passare dall’esercito israeliano sono stati giudicati dalla comunità internazionale come insufficienti. Kallas ha quindi chiesto che gli aiuti “non siano politicizzati o militarizzati”, criticando la decisione del governo israeliano di affidare la distribuzione a una società privata invece che alle Nazioni Unite.

L’Unione Europea ribadisce l’appello urgente alla ripresa degli aiuti umanitari, sulla base delle esigenze della popolazione civile di Gaza. Maggiori dettagli sono disponibili sul .

A spingere per misure più incisive è stata la Spagna, con il premier Pedro Sanchez che ha presentato alla presidente della Commissione Ursula von der Leyen un pacchetto di proposte concrete per mettere fine alla crisi umanitaria.

Le proposte di Sanchez includono:  Sanzioni economiche contro il governo israeliano  Sospensione del partenariato UE-Israele  Embargo sulle esportazioni di armi verso Tel Aviv

Madrid è da mesi tra i paesi più critici rispetto all’azione israeliana, insieme a Irlanda e Belgio, e ha chiesto a Bruxelles di prendere misure effettive oltre alla condanna verbale.

Non tutti i paesi UE condividono la posizione della Spagna. Al momento, l’Ungheria ha bloccato le sanzioni nel recente Consiglio Esteri. Inoltre, la sospensione delle forniture militari dipende più dai singoli Stati che dalle istituzioni comunitarie.

La procedura per rivedere il partenariato UE-Israele è stata avviata su richiesta di 17 paesi membri, con l’Olanda in prima linea. Kallas ha annunciato che la decisione definitiva arriverà entro giugno e che il prossimo Consiglio dei ministri degli Esteri discuterà varie opzioni.

La pressione su Bruxelles continua a crescere. L’europarlamentare Cecilia Strada ha chiesto alla presidente della Commissione von der Leyen di agire subito: “Invece di limitarsi a definire abominevole quanto accade a Gaza, usi tutti gli strumenti che ha per fermare il genocidio. Lo faccia subito.”
Con oltre 54.000 vittime civili stimate, il tempo per le sole parole sembra ormai esaurito.

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