BRUXELLES – Il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, in questi giorni a Bruxelles per il Consiglio Competitività (oggi, 26 settembre) e per un evento sull’automotive europeo organizzato dalla presidenza ungherese del Consiglio (ieri, 25 settembre), durante un punto stampa con i corrispondenti al Parlamento europeo, ha dichiarato di aver incontrato in video conferenza il vicecancelliere tedesco e ministro dell’economia e della protezione climatica, Robert Habeck, per un confronto sulla crisi del settore dell’automotive in Europa.
Il ministro ha presentato al collega i punti chiave della sua proposta di politica industriale europea per il settore dell’auto, che prevede di anticipare dalla fine del 2026 ai primi mesi del 2025 l’attivazione della clausola di revisione prevista dal “Regolamento in materia di emissioni di CO2 delle autovetture nuove e dei veicoli leggeri”, per permettere alle aziende del settore di pianificare con maggiore certezza i propri investimenti a lungo termine. Proposta, quest’ultima, condivisa dal vicecancelliere tedesco.
Come si apprende, Urso e Habeck hanno inoltre condiviso la necessità di un approccio maggiormente rivolto alla neutralità tecnologica e quella di investimenti comuni, pubblici e privati, per il sostegno dell’industria europea a fronte delle sfide globali, così come indicato nel Rapporto sulla competitività redatto da Mario Draghi.
Habeck si è “aperto sia alla possibilità di risorse comuni, sia a quella di una visione maggiormente chiara di neutralità tecnologica”, ha infatti riferito Urso durante il punto stampa. “Ovviamente era un colloquio, non siamo scesi nei particolari”, ha poi precisato il ministro.
“Tre condizioni necessarie” per mantenere la deadline del 2035
In merito alla deadline per il divieto di produzione di veicoli con motori a diesel e benzina, fissata per il 2035, Urso ha parlato di “tre condizioni necessarie” per rendere questa scadenza ragionevole. Prima di tutto, servono “risorse significative per consentire investimenti che accelerino sulla fase della transizione e che consentano ai consumatori europei di acquistare macchine elettriche, perché oggi non lo stanno facendo più”. In secondo luogo, c’è bisogno di “una visione chiara di neutralità tecnologica”, il che “significa anche biocombustibile o idrogeno, e non solo”. Infine, serve coniugare la transizione energetica “con il principio dell’autonomia strategica, cioè della sicurezza europea”, definita a sua volta dalle “nuove condizioni geopolitiche di cui dobbiamo prendere atto, dato che l’Europa è circondata da guerre”.
Urso: “Dialogo con Austria, Repubblica Ceca e Spagna su obiettivi 2035”
Urso ha parlato in bilaterale anche con i suoi omologhi di Austria, Repubblica Ceca e Spagna che, a suo dire, sarebbero aperti ad accogliere le proposte italiane. “Assolutamente sì. A fronte del buon senso c’e’ sempre apertura”, ha detto il ministro.
L’eventuale appoggio da parte degli altri Paesi europei si vedrà quindi nella giornata odierna, nel corso del Consiglio Competitività, durante il quale i ministri dei 27 Stati membri discuteranno anche della proposta italiana. Per quanto la Commissione UE si sia sempre espressa contraria a modifiche sulla deadline del 2026, il ministro si è detto “fiducioso” dato che la nuova Commissione “se vogliamo dirla così, è chiaramente di centro-destra, con 14 popolari, un conservatore, uno espressione del governo sovranista dell’Ungheria”.
Con la Cina? Urso: “Meglio soluzione negoziale che rottura”
In merito al rapporto con il mercato cinese, e ai possibili dazi imposti sui veicoli elettrici importati dalla Cina nell’Unione europea: “Abbiamo detto, con responsabilità, che vorremmo una soluzione negoziale” raggiungibile sia con “un confronto diretto tra la Commissione UE e la Cina” sia “nell’ambito del Wto a Ginevra. Una soluzione negoziale è sempre meglio di una rottura”, ha detto il ministro.
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