(AGENPARL) – Roma, 01 ott – Centinaia e centinaia di opere d’arte e manufatti della prestigiosa collezione Perrone di San Martino andranno all’incanto dal 7 al 9 ottobre a Roma a Palazzo Braschi (Piazza Navona), dove dal 2 al 6 ottobre sono in esposizione. Palazzo Braschi, celebre edificio neoclassico firmato da Cosimo Morelli e Giuseppe Valadier, dal 1952 sede del Museo di Roma, per la prima volta  apre le sue porte ad un’iniziativa di questo genere.

Curata dalla Casa d’aste Antonina dal 1890 e attesa da antiquari e collezionisti italiani e internazionali, l’asta propone quasi settecento lotti.
Oggetti diversissimi tra loro che sono stati ordinati in due diverse sezioni: Arte Orientale e Arte Occidentale.

Di altissimo livello le proposte orientali: più di duecento oggetti risalenti alla Dinastia Yuan (1279-1368), a quella Ming (1368-1644) e Qing (1644-1911), al Periodo Edo (1603-1868) e a quello Meiji (1868-1912).

Molti i piatti, le potiche, le giare e le statuette sia in ceramica con invetriatura Céladon di Longquan che nella finissima e famosissima  porcellana Blanc de Chine e Bleu de Chine.

Diversi i dipinti su vetro del XIX secolo; i vasi in bronzo; gli arredi e le sculture in legno laccato.

Tra le particolarità di questa sezione, una coppia di cavalli sellati in avorio; una raffinatissima coppa in giada e un Buddha in bronzo ‘cloisonné’ di provenienza giapponese.

Ancora più ricca, quasi cinquecento lotti, la raccolta d’arte occidentale che comprende mobili, manufatti in avorio e in bronzo, argenti, gioielli, icone, libri, incisioni, dipinti, tappeti, porcellane e maioliche.
Diverse le rarità tra i dipinti come il ‘Sottoportico di palazzo Ducale’ di Francesco Guardi; una ‘Veduta del foro romano’ di Jacopo Fabris; il ‘Ritratto di Enrico Nencioni’ di Giovanni Boldini e  il  ‘Ritratto di signora in abito rosso’ attribuito a John S. Sargent.
Non meno importante la parte degli arredi che annovera pezzi unici come due particolarissime panche del XVIII secolo e uno stipo in legno ebanizzato ed intarsiato con marmi e pietre dure policrome.
Altrettanto rilevante la raccolta di icone e  la collezione di argenti tra cui spiccano numerose navicelle dei secoli XVII-XVIII. E dulcis in fundo, alcune deliziose tabacchiere e scatoline portapillole.

Giuseppe Perrone di San Martino è stato il press agent di Alida Valli, Lina Sastri, Franco Zeffirelli, Woody Allen, Montgomery Clift., Alberto Lupo,  Anthony Queen, Charlie Chaplin,  Enrico Maria Salerno, Joan Collins, Ira Furstenberg, Jean Cocteau, Giorgio Albertazzi… e a volerli menzionare tutti, la lista sarebbe lunghissima. Ed anche uno tra i maggiori protagonisti del giornalismo cinematografico italiano ed internazionale.
Stiamo parlando del conte Giuseppe Maria Perrone di San Martino, star tra le star, gran viveur, dal dopoguerra sino ai giorni nostri sempre al centro di eventi mondani.
Spentosi quattro anni fa all’età di ottanta anni, il conte era di un’eleganza d’altri tempi, di modi fascinosissimi, di conversazione brillante ed arguta. Dai suoi amici veniva chiamato l’ ‘Apostolo del Bello’, per quella sua passione per l’arte che l’ha portato per tutta la vita a collezionare opere importanti   e oggettistica raffinata ed originale, di cui voleva conoscere ogni trascorso, e che sceglieva con gusto esperto nelle gallerie d’antiquariato, nei mercati ‘deballage’  e presso le principali case d’aste in Italia e all’estero.

Una raccolta conservata gelosamente presso la sua abitazione romana, tanto che solo coloro che frequentavano il suo  ‘salotto’ hanno avuto il piacere di ammirare, e che ora gli eredi familiari – non aveva figli – hanno deciso, dopo lunghe riflessioni, di alienare  presso la Casa d’aste  ‘Antonina dal 1890’.

Una collezione importante stimata tra i cinque e i nove milioni di euro che rivela il grande senso estetico di Giuseppe Maria Perrone di San Martino, un vero e proprio dandy, forse, come recita il titolo di una recente  biografia a lui dedicata, ‘l’ultimo dandy’. Lo rende noto Casa D’Aste Antonina dal 1890.


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